Page 1603 - Giorgio Vasari
P. 1603

Buonarroto,  per  la  sepoltura  del  Magnifico  Lorenzo  Vecchio.  Onde
               rimessovi  mano,  lo  finì;  e  ciò  fatto,  avendo  il  Duca  fatto  fare  gran
               parte  de'  condotti  per  la  fontana  grande  di  Castello  sua  villa  et
               avendo quella ad avere per finimento un Ercole in cima che facesse
               scoppiare Anteo, a cui uscisse in cambio del fiato acqua di bocca che

               andasse in alto, fu fattone fare al frate un modello assai grandetto, il
               quale  piacendo  a  sua  eccellenza,  fu  comessogli  che  lo  facesse  et
               andasse  a  Carrara  a  cavare  il  marmo;  la  dove  andò  il  frate  molto

               volentieri per tirare innanzi con quella occasione la detta sepoltura
               del Sanazzaro e particolarmente una storia di figure di mezzo rilievo.
               Standosi dunque il frate a Carrara, il cardinale Doria scrisse di Genova
               al cardinal Cibo, che si trovava a Carrara, che non avendo mai finita il
               Bandinello  la  statua  del  principe  Doria  e  non  avendola  a  finire

               altrimenti,  che  procacciasse  di  fargli  avere  qualche  valentuomo
               scultore  che  la  facesse,  perciò  che  avea  cura  di  sollecitare
               quell'opera. La quale lettera avendo ricevuta Cibo, che molto innanzi

               avea cognizione del frate, fece ogni opera di mandarlo a Genova, ma
               egli disse sempre non potere e non volere in niun modo servire sua
               signoria  reverendissima,  se  prima  non  sodisfaceva  all'obligo  e
               promessa  che  aveva  col  duca  Cosimo.  Avendo  mentre  che  queste
               cose si trattavano tirata molto innanzi la sepoltura del Sanazzaro et

               abbozzato il marmo dell'Ercole, se ne venne con esso a Firenze, dove
               con  molta  prestezza  e  studio  lo  condusse  a  tal  termine,  che  poco
               arebbe penato a fornirlo del tutto, se avesse seguitato di lavorarvi;

               ma essendo uscita una voce che il marmo a gran pezza non riusciva
               opera perfetta come il modello e che il frate era per averne difficultà
               a  rimettere  insieme  le  gambe  dell'Ercole  che  non  riscontravano  col
               torso,  Messer  Pierfrancesco  Riccio  maiordomo,  che  pagava  la
               provisione al frate, cominciò, lasciandosi troppo più volgere di quello

               che  doverebbe  un  uomo  grave,  ad  andare  molto  ratenuto  a
               pagargliela,  credendo  troppo  al  Bandinello  che  con  ogni  sforzo
               pontava  contro  a  colui,  per  vendicarsi  dell'ingiuria  che  parea  che

               gl'avesse  fatto  di  aver  promesso  voler  fare  la  statua  del  Doria,
               disobligato  che  fusse  dal  Duca.  Fu  anco  openione  che  il  favore  del
               Tribolo,  il  quale  faceva  gl'ornamenti  di  Castello,  non  fusse  d'alcun
               giovamento  al  frate,  il  quale,  comunche  si  fusse,  vedendosi  essere
   1598   1599   1600   1601   1602   1603   1604   1605   1606   1607   1608