Page 1600 - Giorgio Vasari
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frate, così imperfetta come era, ella fu sommamente lodata, e nel
vero, o fusse lo studio e diligenza di lui, o l'aiuto di Michelagnolo, ella
riuscì poi ottima figura e la migliore che mai facesse il frate di quante
ne lavorò in vita sua; onde fu veramente degna di essere, dove fu,
collocata.
Rimaso libero il Buonarroto per la morte del Papa dall'obligo di San
Lorenzo, voltò l'animo a uscir di quello che aveva per la sepoltura di
papa Giulio Secondo, ma perché aveva in ciò bisogno d'aiuto, mandò
per lo frate, il quale non andò a Roma altrimenti prima che avesse
finita del tutto l'imagine del duca Alessandro nella Nunziata, la quale
condusse fuor dell'uso dell'altre e bellissima, in quel modo che esso
signore si vede armato e ginocchioni sopra un elmo alla borgognona
e con una mano al petto in atto di raccomandarsi a quella Madonna.
Fornita adunque questa imagine et andato a Roma, fu di grande aiuto
a Michelagnolo nell'opera della già detta sepoltura di Giulio Secondo.
In tanto intendendo il cardinale Ipolito de' Medici che il cardinale
Turnone aveva da menare in Francia per servizio del Re uno scultore,
gli mise innanzi fra' Giovann'Agnolo, il quale essendo a ciò molto
persuaso con buone ragioni da Michelagnolo, se n'andò col detto
cardinale Turnone a Parigi; dove giunti fu introdotto al Re, che il vide
molto volentieri e gl'assegnò poco appresso una buona provisione,
con ordine che facesse quattro statue grandi, delle quali non aveva
anco il frate finiti i modelli, quando essendo il Re lontano et occupato
in alcune guerre ne' confini del regno con gl'inglesi, cominciò a essere
bistrattato dai tesorieri et a non tirare le sue provisioni, né avere
cosa che volesse secondo che dal Re era stato ordinato. Per che
sdegnatosi e parendogli che quanto stimava quel magnanimo Re le
virtù e gli uomini virtuosi, altretanto fussero dai ministri disprezzate e
vilipese, si partì, non ostante che dai tesorieri, i quali pur s'avidero
del suo mal animo, gli fussero le sue decorse provisioni pagate infino
a un quattrino. Ma è ben vero che prima che si movesse, per sue
lettere fece asapere così al Re come al cardinale volersi partire. Da
Parigi dunque andato a Lione, e di lì per la Provenza a Genova, non vi
fé molta stanza ché in compagnia d'alcuni amici andò a Vinezia,
Padova, Verona e Mantoa, veggendo con molto suo piacere, e talora