Page 1585 - Giorgio Vasari
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Rustico voleva, dargli ogni settimana tanti danari, i quali tenendo poi
Giovanfrancesco nella cassetta del calamaio senza chiave, ne toglieva
di mano in mano chi voleva, per spendergli ne' bisogni di casa
secondo che occorreva.
Ma tornando alle sue opere, fece Giovanfrancesco un bellissimo
Crucifisso di legno grande quanto il vivo per mandarlo in Francia, ma
rimase a Niccolò Buoni insieme con altre cose di bassi rilievi e disegni
che son oggi appresso di lui, quando disegnò partirsi di Firenze,
parendogli che la stanza non facesse per lui e pensando di mutare,
insieme col paese, fortuna.
Al duca Giuliano, dal quale fu sempre molto favorito, fece la testa di
lui in profilo di mezzo rilievo e la gettò di bronzo, che fu tenuta cosa
singolare, la quale è oggi in casa Messer Alessandro di Messer
Ottaviano de' Medici. A Ruberto di Filippo Lippi pittore, il quale fu suo
discepolo, diede Giovanfrancesco molte opere di sua mano di bassi
rilievi, e modelli e disegni, e fra l'altre in più quadri una Leda,
un'Europa, un Nettunno et un bellissimo Vulcano, et un altro
quadretto di basso rilievo dove è un uomo nudo a cavallo, che è
bellissimo, il quale quadro è oggi nello scrittoio di don Silvano Razzi
negl'Angeli. Fece il medesimo una bellissima femina di bronzo alta
due braccia finta per una Grazia, che si premeva una poppa, ma
questa non si sa dove capitasse, né in mano di cui si truovi. De' suoi
cavalli di terra con uomini sopra e sotto, simili ai già detti, ne sono
molti per le case de' cittadini, i quali furono da lui, che era
cortesissimo e non come il più di simili uomini avaro e scortese, a
diversi suoi amici donati. E Dionigi da Diaceto, gentiluomo onorato e
da bene, che tenne ancor egli, sì come Niccolò Buoni, i conti di
Giovanfrancesco e gli fu amico, ebbe da lui molti bassi rilievi. Non fu
mai il più piacevole e capriccioso uomo di Giovanfrancesco, né chi più
si dilettasse d'animali: si aveva fatto così domestico un istrice, che
stava sotto la tavola com'un cane et urtava alcuna volta nelle gambe
in modo, che ben presto altri le tirava a sé; aveva un'aquila et un
corbo che dicea infinite cose sì schiettamente, che pareva una
persona.
Attese anco alle cose di negromanzia, e mediante quella, intendo che