Page 1580 - Giorgio Vasari
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per fine la gloria e l'onore, ma da opere, come si dice, e da manovali,
               perciò che l'opere buone non vengono fatte senza essere prima state
               lungamente considerate. E per questo usava di dire il Rustico, nell'età
               sua  più  matura,  che  si  deve  prima  pensare,  poi  fare  gli  schizzi  et
               appresso  i  disegni,  e  quelli  fatti,  lasciargli  stare  settimane  e  mesi

               senza vedergli e poi, scelti i migliori, mettergli in opera; la qual cosa
               non può fare ognuno, né coloro l'usano che lavorano per guadagno
               solamente. Diceva ancora che l'opere non si deono così mostrare a

               ognuno prima che sieno finite, per poter mutarle quante volte et in
               quanti modi altri vuole, senza rispetto niuno.

               Imparò Giovanfrancesco da Lionardo molte cose, ma particolarmente
               a fare cavalli, de' quali si dilettò tanto, che ne fece di terra, di cera e
               di  tondo  e  basso  rilievo  in  quante  maniere  possono  imaginarsi,  et
               alcuni se ne veggiono nel nostro libro tanto bene disegnati, che fanno

               fede  della  virtù  e  sapere  di  Giovanfrancesco,  il  quale  seppe  anco
               maneggiare i colori e fece alcune pitture ragionevoli, ancor che la sua
               principale professione fusse la scultura. E perché abitò un tempo nella
               via de' Martegli, fu amicissimo di tutti gl'uomini di quella famiglia, che

               ha sempre avuto uomini virtuosissimi e di valore, e particolarmente di
               Piero,  al  quale  fece  (come  a  suo  più  intrinseco)  alcune  figurette  di
               tondo rilievo, e fra l'altre una Nostra Donna col Figlio in collo a sedere
               sopra certe nuvole piene di Cherubini, simile alla quale ne dipinse poi

               col  tempo  un'altra  in  un  gran  quadro  a  olio,  con  una  ghirlanda  di
               Cherubini che intorno alla testa le fa diadema. Essendo poi tornata in
               Fiorenza  la  famiglia  de'  Medici,  il  Rustico  si  fece  conoscere  al
               cardinale  Giovanni  per  creatura  di  Lorenzo  suo  padre  e  fu  ricevuto

               con molte carezze, ma perché i modi della corte non gli piacevano et
               erano  contrarii  alla  sua  natura  tutta  sincera  e  quieta  e  non  piena
               d'invidia et ambizione, si volle star sempre da sé e far vita quasi da
               filosofo,  godendosi  una  tranquilla  pace  e  riposo.  E  quando  pure

               alcuna volta volea ricrearsi o si trovava con suoi amici dell'arte, o con
               alcuni  cittadini  suoi  dimestici,  non  restando  per  questo  di  lavorare
               quando voglia gliene veniva o glien'era porta occasione. Onde nella
               venuta l'anno millecinquecento e quindici di papa Leone a Fiorenza, a

               richiesta d'Andrea del Sarto, suo amicissimo, fece alcune statue che
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