Page 1577 - Giorgio Vasari
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Tintoretto, ordinarono che ciascuno di loro facesse un disegno,
promettendo a colui l'opera, che in quello meglio si portasse. Mentre
adunque gl'altri attendevano a fare con ogni diligenza i loro disegni, il
Tintoretto tolta la misura della grandezza che aveva ad essere l'opera
e tirata una gran tela, la dipinse senza che altro se ne sapesse con la
solita sua prestezza e la pose dove aveva da stare. Onde ragunatasi
una mattina la compagnia per vedere i detti disegni e risolversi,
trovando il Tintoretto avere finita l'opera del tutto e postala al luogo
suo. Per che adirandosi con esso lui e dicendo che avevano chiesto
disegni e non datogli a far l'opera, rispose loro che quello era il suo
modo di disegnare, che non sapeva far altrimenti e che i disegni e
modelli dell'opere avevano a essere a quel modo per non ingannare
nessuno; e finalmente, che se non volevano pagargli l'opera e le sue
fatiche, che le donava loro. E così dicendo, ancor che avesse molte
contrarietà, fece tanto, che l'opera è ancora nel medesimo luogo. In
questa tela adunque è dipinto in un cielo Dio Padre che scende con
molti Angeli ad abracciare San Rocco, e nel più basso sono molte
figure che significano o vero rappresentano l'altre scuole maggiori di
Vinezia, come la Carità, S. Giovanni Evangelista, la Misericordia, S.
Marco e S. Teodoro, fatte tutte secondo la sua solita maniera. Ma
perciò che troppo sarebbe lunga opera raccontare tutte le pitture del
Tintoretto, basti avere queste cose ragionato di lui, che è veramente
valente uomo e pittore da essere lodato.
Essendo ne' medesimi tempi in Vinezia un pittore chiamato Brazacco,
creato di casa Grimani, il quale era stato in Roma molti anni, gli fu
per favori dato a dipignere il palco della sala maggiore de' Cavi de'
dieci. Ma conoscendo costui non poter far da sé et avere bisogno
d'aiuto, prese per compagni Paulo da Verona e Battista Farinato,
compartendo fra sé e loro nove quadri di pitture a olio che andavano
in quel luogo: cioè quattro ovati ne' canti, quattro quadri bislunghi et
un ovato maggiore nel mezzo, e questo con tre de' quadri dato a
Paulo Veronese, il quale vi fece un Giove che fulmina i vizii et altre
figure. Prese per sé due degl'altri ovati minori con un quadro, e due
ne diede a Battista. In uno è Nettunno dio del mare e, ne gl'altri, due
figure per ciascuno, dimostranti la grandezza e stato pacifico e quieto