Page 1571 - Giorgio Vasari
P. 1571

levare la prospettiva e gl'altri ornamenti di Santo Apostolo e condurgli

               in strada Giulia nel tempio nuovo di S. Biagio, dove avendo Battista di
               nuovo  accommodato  ogni  cosa,  si  recitarono  molte  comedie  con
               incredibile sodisfazione del popolo e cortigiani di Roma, e di qui poi
               ebbono origine i comedianti che vanno attorno chiamati i Zanni.

               Dopo  queste  cose  venuto  l'anno  1550,  fece  Battista  insieme  con

               Girolamo Seciolante da Sermoneta, al cardinale di Cesis nella facciata
               del suo palazzo, un'arme di papa Giulio III stato creato allora nuovo
               pontefice,  con  tre  figure  et  alcuni  putti  che  furono  molto  lodate.  E
               quella finita, dipinse nella Minerva, in una capella stata fabricata da

               un canonico di S. Piero e tutta ornata di stucchi, alcune storie della
               Nostra  Donna  e  di  Gesù  Cristo  in  uno  spartimento  della  volta,  che
               furono la miglior cosa che insino allora avesse mai fatto. In una delle
               due facciate dipinse la Natività di Gesù Cristo con alcuni pastori et

               Angeli che cantano sopra la capanna, e nell'altra la Resurrezione di
               Cristo  con  molti  soldati  in  diverse  attitudini  d'intorno  al  sepolcro,  e
               sopra  ciascuna  delle  dette  storie  in  certi  mezzi  tondi  fece  alcuni
               profeti grandi e finalmente, nella facciata dell'altare, Cristo crucifisso,

               la Nostra Donna, S. Giovanni, S. Domenico et alcun'altri Santi nelle
               nicchie, ne' quali tutti si portò molto bene e da maestro eccellente.
               Ma  perché  i  suoi  guadagni  erano  scarsi  e  le  spese  di  Roma  sono
               grandissime,  dopo  aver  fatto  alcune  cose  in  tela,  che  non  ebbono

               molto spaccio, se ne tornò, pensando nel mutar paese anco fortuna,
               a Vinezia sua patria, dove mediante quel suo bel mo' di disegnare fu
               giudicato valentuomo; e pochi giorni dopo datogli a fare per la chiesa
               di S. Francesco della Vigna, nella capella di Monsignor Barbaro, eletto

               patriarca d'Aquileia, una tavola a olio, nella quale dipinse S. Giovanni
               che battezza Cristo nel Giordano, in aria Dio Padre, a basso due putti
               che tengono le vestimenta di esso Cristo, e negli angoli la Nunziata,
               et a' piè di queste figure finse una tela sopraposta con buon numero

               di  figure  piccole  et  ignude,  cioè  d'angeli,  demonii  et  anime  in
               purgatorio,  e  con  un  motto  che  dice:  "In  nomine  Iesu  omne
               genuflectatur".  La  qual  opera,  che  certo  fu  tenuta  molto  buona,
               gl'acquistò gran nome e credito, anzi fu cagione che i frati de' zoccoli,

               i quali stanno in quel luogo et hanno cura della chiesa di S. Iobbe in
   1566   1567   1568   1569   1570   1571   1572   1573   1574   1575   1576