Page 1566 - Giorgio Vasari
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fra  ferro  e  fuoco  per  mezzo  l'esercito  nimico  senza  timore;  fra  le
               colonne a man ritta era in un ovato Garlasso preso dal medesimo con
               una sola compagnia di soldati, et a man manca fra l'altre due colonne
               il bastione di Milano tolto a' nemici. Nel frontone che rimaneva alle
               spalle di chi entrava era il detto signore Giovanni a cavallo sotto le

               mura di Milano, che giostrando a singolar battaglia con un cavaliere,
               lo  passava  da  banda  a  banda  con  la  lancia;  sopra  la  cornice
               maggiore,  che  va  a  trovare  il  fine  dell'altra  cornice,  dove  posa  il

               frontespizio,  in  un'altra  storia  grande  fatta  da  Battista  con  molta
               diligenza,  era  nel  mezzo  Carlo  Quinto  imperadore,  che  coronato  di
               lauro sedeva sopra uno scoglio con lo scetro in mano, et a' piedi gli
               giaceva il fiume Betis con un vaso che versava da due bocche, et a
               canto a questo era il fiume Danubio che con sette bocche versava le

               sue acque nel mare.

               Io non farò qui menzione d'un infinito numero di statue che in questo
               arco accompagnavano le dette et altre pitture, perciò che bastandovi
               dire al presente quello che appartiene a Battista Franco, non è mio
               ufficio quello raccontare che da altri nell'apparato di quelle nozze fu

               scritto lungamente senza che, essendosi parlato dove facea bisogno
               de' maestri delle dette statue, superfluo sarebbe qualunche cosa qui
               se ne dicessi, e massimamente non essendo le dette statue in piedi,
               onde possano esser vedute e considerate. Ma tornando a Battista, la

               migliore cosa che facesse in quelle nozze fu uno dei dieci sopra detti
               quadri  che  erano  nell'apparato  del  maggior  cortile  del  palazzo  de'
               Medici, nel quale fece di chiaro scuro il duca Cosimo investito di tutte
               le ducali insegne. Ma con tutto che vi usasse diligenza, fu superato,

               dal  Bronzino  e  da  altri  che  avevano  manco  disegno  di  lui,
               nell'invenzione, nella fierezza e nel maneggiare il chiaro scuro, atteso
               (come s'è detto altra volta) che le pitture vogliono essere condotte
               facili  e  poste  le  cose  a'  luoghi  loro  con  giudizio  e  senza  uno  certo

               stento e fatica che fa le cose parere dure e crude; oltra che il troppo
               ricercarle le fa molte volte venir tinte e le guasta. Perciò che lo star
               loro tanto a torno toglie tutto quel buono che suole fare la facilità e la
               grazia e la fierezza; le quali cose, ancor che in gran parte vengano e

               s'abbiano da natura, si possono anco in parte acquistare dallo studio
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