Page 1569 - Giorgio Vasari
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panni e le medesime membra; oltreché il colorito fu senza vaghezza
alcuna et ogni cosa fatta con difficultà e stentata. Laonde, finita del
tutto, rimasero poco sodisfatti il duca Guidobaldo, il Genga e tutti
gl'altri che da costui aspettavano gran cose e simili al bel disegno che
egli mostrò loro da principio. E nel vero per fare un bel disegno
Battista non avea pari e si potea dir valente uomo. La qual cosa
conoscendo quel Duca e pensando che i suoi disegni, messi in opera
da coloro che lavoravano eccellentemente vasi di terra a Castel
Durante, i quali si erano molto serviti delle stampe di Raffaello da
Urbino e di quelle d'altri valentuomini, riuscirebbono benissimo, fece
fare a Battista infiniti disegni, che messi in opera in quella sorte di
terra gentilissima sopra tutte l'altre d'Italia, riuscirono cosa rara.
Onde ne furono fatti tanti e di tante sorte vasi, quanti sarebbono
bastati e stati orrevoli in una credenza reale, e le pitture che in essi
furono fatte non sarebbono state migliori, quando fussero state fatte
a olio da eccellentissimi maestri. Di questi vasi adunque, che molto
rassomigliano, quanto alla qualità della terra, quell'antica che in
Arezzo si lavorava anticamente al tempo di Porsena re di Toscana,
mandò il detto duca Guidobaldo una credenza doppia a Carlo Quinto
imperadore et una al cardinal Farnese, fratello della signora Vettoria
sua consorte. E devemo sapere che di questa sorte pitture in vasi non
ebbono, per quanto si può giudicare, i romani; perciò che i vasi che si
sono trovati di que' tempi pieni delle ceneri de' loro morti o in altro
modo sono pieni di figure graffiate e campite d'un colore solo in
qualche parte, o nero, o rosso, o bianco e non mai con lustro
d'invetriato, né con quella vaghezza e varietà di pitture che si sono
vedute e veggiono a' tempi nostri; né si può dire che se forse
l'avevano, sono state consumate le pitture dal tempo e dallo stare
sotterrate, però che veggiamo queste nostre diffendersi da tutte le
malignità del tempo e da ogni cosa; onde starebbono per modo di
dire quattromil'anni sotto terra, che non si guasterebbono le pitture.
Ma ancora che di sì fatti vasi e pitture si lavori per tutta Italia, le
migliori terre e più belle nondimeno sono quelle che si fanno, come
ho detto, a Castel Durante, terra dello stato d'Urbino, e quelle di
Faenza, che per lo più che migliori, sono bianchissime e con poche
pitture e quelle nel mezzo o intorno, ma vaghe e gentili affatto.