Page 1564 - Giorgio Vasari
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avea fatta fra' Giovann'Agnolo Montorsoli. Per che, conosciuto fra
gl'artefici per giovane ingegnoso e valente, fu poi molto adoperato
nella venuta di madama Margherita d'Austria, moglie del duca
Alessandro, e particolarmente nell'apparato che fece Giorgio Vasari
nel palazzo di Messer Ottaviano de' Medici, dove avea la detta
signora ad abitare. Finite queste feste, si mise Battista a disegnare
con grandissimo studio le statue di Michelagnolo che sono nella
sagrestia nuova di San Lorenzo; dove allora essendo volti a disegnare
e fare di rilievo tutti i scultori e pittori di Firenze, fra essi acquistò
assai Battista, ma fu nondimeno conosciuto l'error suo, di non aver
mai voluto ritrarre dal vivo o colorire, né altro fare che imitare statue
e poche altre cose, che gli avevano fatto in tal modo indurare et
insecchire la maniera, che non se la potea levar da dosso, né fare che
le sue cose non avessono del duro e del tagliente, come si vide in
una tela dove fece con molta fatica e diligenza Lucrezia romana
violata da Tarquinio.
Dimorando dunque Battista in fra gli altri e frequentando la detta
sagrestia, fece amicizia con Bartolomeo Amannati scultore, che in
compagnia di molti altri là studiavano le cose del Buonarroto; e fu sì
fatta l'amicizia, che il detto Amanati si tirò in casa Battista et il Genga
da Urbino, e di compagnia vissero alcun tempo insieme et attesero
con molto frutto agli studii dell'arte. Essendo poi stato morto l'anno
1536 il duca Alessandro e creato in suo luogo il signor Cosimo de'
Medici, molti de' servitori del Duca morto rimasero a' servigii del
nuovo et altri no, e fra quelli che si partirono fu il detto Giorgio
Vasari, il quale tornandosi ad Arezzo con animo di non più seguitare
le corti, essendogli mancato il cardinale Ippolito de' Medici, suo primo
signore, e poi il duca Alessandro, fu cagione che Battista fu messo al
servizio del duca Cosimo et a lavorare in guardaroba, dove dipinse in
un quadro grande, ritraendogli da uno di fra' Bastiano e da uno di
Tiziano, papa Clemente et il cardinale Ippolito, e da un del Puntormo
il duca Alessandro. Et ancor che questo quadro non fusse di quella
perfezione che si aspettava, avendo nella medesima guardaroba
veduto il cartone di Michelagnolo del Noli me tangere che aveva già
colorito il Puntormo, si mise a far un cartone simile, ma di figure