Page 1562 - Giorgio Vasari
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VITA DI BATTISTA FRANCO PITTORE VINIZIANO
Battista Franco viniziano, avendo nella sua prima fanciullezza atteso
al disegno come colui che tendeva alla perfezione di quell'arte, se
n'andò di venti anni a Roma dove, poiché per alcun tempo con molto
studio ebbe atteso al disegno e vedute le maniere di diversi, si risolvé
non volere altre cose studiare, né cercare d'imitare, che i disegni,
pitture e sculture di Michelagnolo; per che, datosi a cercare, non
rimase schizzo, bozza o cosa non che altro stata ritratta da
Michelagnolo, che egli non disegnasse. Onde non passò molto che fu
de' primi disegnatori che frequentassino la capella di Michelagnolo, e,
che fu più, stette un tempo senza volere dipignere o fare altra cosa
che disegnare. Ma venuto l'anno 1536, mettendosi a ordine un
grandissimo e sontuoso apparato da Antonio da San Gallo per la
venuta di Carlo Quinto imperatore, nel quale furono adoperati tutti
gl'artefici buoni e cattivi, come in altro luogo s'è detto, Raffaello da
Monte Lupo, che avea a fare l'ornamento di ponte Sant'Agnolo e le
dieci statue che sopra vi furono poste, disegnò di far sì che Battista
fusse adoperato anch'egli, avendolo visto fino disegnatore e giovane
di bell'ingegno e di fargli dare da lavorare ad ogni modo; e così
parlatone col San Gallo, fece tanto, che a Battista furono date a fare
quattro storie grandi a fresco di chiaro scuro nella facciata della porta
Capena, oggi detta di San Bastiano, per la quale aveva ad entrare
l'imperatore; nelle quali Battista, senz'avere mai più tocco colori, fece
sopra la porta l'arme di papa Paulo Terzo e quella di esso Carlo
imperatore et un Romulo che metteva sopra quella del Pontefice un
regno papale e sopra quella di Cesare una corona imperiale; il quale
Romulo, che era una figura di cinque braccia, vestita all'antica e con
la corona in testa, aveva dalla destra Numa Pompilio e dalla sinistra
Tullo Ostilio, e sopra queste parole: "Quirinus Pater". In una delle
storie, che erano nelle facciate de' torrioni che mettono in mezzo la
porta, era il maggior Scipione che trionfava di Cartagine, la quale
avea fatta tributaria del popolo romano, e nell'altra a man ritta era il