Page 1560 - Giorgio Vasari
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però  che,  avendo  preso  donna  et  avuto  figliuoli,  fu  quasi  forzato
               dall'istinto che si ha naturalmente d'allevare e lasciare benestanti i
               figliuoli, a rimettersi a lavorare.

               Dipinse dunque a' prieghi del padre del cavalier Giovan Francesco di
               Spilimbergo un fregio d'una sala pieno di festoni, di putti, di frutte et
               altre fantasie, e dopo adornò di vaghi stucchi e pitture la capella di

               Santa Maria di Civitale, et ai canonici del Duomo di quel luogo fece
               due bellissimi stendardi, et alla Fraternita di Santa Maria di Castello
               in Udine dipinse in un ricco gonfalone la Nostra Donna col Figliuolo in
               braccio  et  un  Angelo  graziosissimo  che  gli  porge  il  castello,  che  è

               sopra un monte nel mezzo della città.
               In  Vinezia  fece  nel  palazzo  del  patriarca  d'Aquileia,  Grimani,  una

               bellissima  camera  di  stucchi  e  pitture,  dove  sono  alcune  storiette
               bellissime di mano di Francesco Salviati.

               Finalmente  l'anno  millecinquecento  e  cinquanta,  andato  Giovanni  a
               Roma a pigliare il Santissimo Giubileo a piedi e vestito da pellegrino
               poveramente et in compagnia di gente bassa, vi stette molti giorni

               senz'essere conosciuto da niuno. Ma un giorno andando a San Paulo,
               fu riconosciuto da Giorgio Vasari, che in cocchio andava al medesimo
               perdono in compagnia di Messer Bindo Altoviti suo amicissimo. Negò
               a  principio  Giovanni  di  esser  desso,  ma  finalmente  fu  forzato  a

               scoprirsi et a dirgli che avea gran bisogno del suo aiuto appresso al
               Papa per conto della sua pensione che aveva in sul Piombo, la quale
               gli veniva negata da un fra' Guglielmo scultore genovese, che aveva
               quell'ufficio  avuto  dopo  la  morte  di  fra'  Bastiano.  Della  qual  cosa

               parlando  Giorgio  al  Papa,  fu  cagione  che  l'obligo  si  rinovò  e  poi  si
               trattò di farne permuta in un canonicato d'Udine per un figliuolo di
               Giovanni; ma essendo poi di nuovo aggirato da quel fra' Guglielmo,
               se ne venne Giovanni da Udine a Firenze, creato che fu papa Pio, per

               essere  da  sua  eccellenza  appresso  quel  Pontefice,  col  mezzo  del
               Vasari, aiutato e favorito.

               Arrivato  dunque  a  Firenze  fu  da  Giorgio  fatto  conoscere  a  sua
               eccellenza  illustrissima,  con  la  quale  andando  a  Siena  e  poi  di  lì  a
               Roma, dove andò anco la signora duchessa Leonora, fu in guisa dalla
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