Page 1556 - Giorgio Vasari
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amò la virtù sua, oltre molti benefizii avuti per suoi parenti, d'aver
               per sé un canonicato di Civitale nel Friuli, che da Giovanni fu poi dato
               a  un  suo  fratello.  Avendo  poi  a  fare  al  medesimo  cardinale,  pur  in
               quella vigna, una fonte dove getta in una testa di liofante di marmo
               per il niffolo, imitò in tutto e per tutto il tempio di Nettunno (stanza

               poco  avanti  stata  trovata  fra  l'antiche  ruine  di  palazzo  maggiore,
               adorna  tutta  di  cose  naturali  marine,  fatti  ottimamente  poi  varii
               ornamenti  di  stucco)  anzi  superò  di  gran  lunga  l'artifizio  di  quella

               stanza  antica  col  fare  sì  belli  e  bene  accommodati  quegl'animali,
               conchiglie  et  altre  infinite  cose  somiglianti.  E  dopo  questa  fece
               un'altra fonte, ma selvatica, nella concavità d'un fossato circondato
               da un bosco, facendo cascare con bello artifizio da tartari e pietre di
               colature  d'acqua,  gocciole  e  zampilli  che  parevano  veramente  cosa

               naturale;  e  nel  più  alto  di  quelle  caverne  e  di  que'  sassi  spugnosi,
               avendo composta una gran testa di leone a cui facevano ghirlanda
               intorno  fila  di  capelvenere  et  altre  erbe  artifiziosamente  quivi

               accommodate,  non  si  potria  credere  quanta  grazia  dessono  a  quel
               salvatico  in  tutte  le  parti  bellissimo  et  oltre  ad  ogni  credenza
               piacevole.

               Finita  quest'opera,  poi  che  ebbe  donato  il  cardinale  a  Giovanni  un
               cavalierato  di  S.  Piero,  lo  mandò  a  Fiorenza,  acciò  che,  fatta  nel
               palazzo  de'  Medici  una  camera,  cioè  in  sul  canto  dove  già  Cosimo

               vecchio  edificator  di  quello  avea  fatta  una  loggia  per  commodo  e
               ragunanza de' cittadini, secondo che allora costumavano le famiglie
               più nobili, la dipignesse tutta di grottesche e di stucchi. Essendo stata
               adunque chiusa questa loggia con disegno di Michelagnolo Buonarroti

               e datole forma di camera, con due finestre inginocchiate, che furono
               le prime di quella maniera fuora de' palazzi ferrate, Giovanni lavorò di
               stucchi e pitture tutta la volta, facendo in un tondo le sei palle, arme
               di casa Medici, sostenute da tre putti di rilievo con bellissima grazia

               et attitudine. Oltra di questo vi fece molti bellissimi animali e molte
               bell'imprese  degl'uomini  e  signori  di  quella  casa  illustrissima,  con
               alcune storie di mezzo rilievo fatte di stucco; e nel campo fece il resto
               di pitture, fingendole di bianco e nero a uso di camei, tanto bene, che

               non si può meglio imaginare. Rimase sotto la volta quattro archi di
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