Page 156 - Giorgio Vasari
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veggiono, come leoni tondi che sostengono colonne, et uomini a uso
di facchini, et altri animali che reggono pesi: e nell'arco di sopra fece
di tondo rilievo i dodici mesi con varie fantasie, et ad ogni mese il suo
segno celeste; la quale opera dovette in que' tempi essere tenuta
maravigliosa.
Nei medesimi tempi essendo cominciata la religione de' frati minori di
S. Francesco, la quale fu dal detto Innocenzio Terzo pontefice
confermata l'anno 1206, crebbe di maniera non solo in Italia, ma in
tutte l'altre parti del mondo, così la divozione come il numero de'
frati, che non fu quasi alcuna città di conto, che non edificasse loro
chiese e conventi di grandissima spesa, e ciascuna secondo il poter
suo. Laonde, avendo frate Elia due anni inanzi la morte di S.
Francesco edificato, mentr'esso Santo come generale era fuori a
predicare et egli guardiano in Ascesi, una chiesa col titolo di Nostra
Donna, morto che fu S. Francesco, concorrendo tutta la cristianità a
visitare il corpo di S. Francesco, che in morte e in vita era stato
conosciuto tanto amico di Dio, e facendo ogni uomo al santo luogo
limosina secondo il poter suo, fu ordinato che la detta chiesa
cominciata da frate Elia si facesse molto maggiore e più magnifica.
Ma essendo carestia di buoni architettori, et avendo l'opera che si
aveva da fare bisogno d'uno eccellente, avendosi a edificar sopra un
colle altissimo, alle radici del quale cammina un torrente chiamato
Tescio, fu condotto in Ascesi dopo molta considerazione, come
migliore di quanti allora si ritrovavano, un maestro Jacopo tedesco, il
quale considerato il sito et intesa la volontà de' padri, i quali fecero
perciò in Ascesi un capitolo generale, disegnò un corpo di chiesa e
convento bellissimo, facendo nel modello tre ordini, uno da farsi sotto
terra, e gli altri per due chiese, una delle quali sul primo piano
servisse per piazza con un portico intorno assai grande, l'altra per
chiesa, e che dalla prima si salisse alla seconda per un ordine
commodissimo di scale, le quali girassono intorno alla capella
maggiore, inginocchiandosi in due pezzi per condurre più
agiatamente alla seconda chiesa, alla quale diede forma d'un T,
facendola cinque volte lunga quanto ell'è larga, e dividendo l'un vano
dall'altro con pilastri grandi di pietra, sopra i quali poi girò archi