Page 161 - Giorgio Vasari
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su le foci del Po, e tornando al nostro Arnolfo, dico che per la
grandezza di quest'opera egli merita infinita lode e nome eterno,
avendola massimamente fatta incrostare di fuori tutta di marmo di
più colori, e dentro di pietra forte, e fatte insino le minime cantonate
di quella stessa pietra. Ma perché ognuno sappia la grandezza a
punto di questa maravigliosa fabrica, dico che dalla porta insino
all'ultimo della capella di S. Zanobi, è la lunghezza di braccia
dugentosessanta; è larga nelle crociere centosessantasei, nelle tre
navi braccia sessantasei; la nave sola del mezzo è alta braccia
settantadue, e l'altre due navi minori braccia quarantotto; il circuito
di fuori di tutta la chiesa è braccia 1280; la cupola è da terra insino al
piano della lanterna braccia centocinquantaquattro; la lanterna senza
la palla è alta braccia trentasei, la palla alta braccia quattro, la croce
alta braccia otto; tutta la cupola da terra insino alla sommità della
croce è braccia dugentodue.
Ma tornando ad Arnolfo, dico che essendo tenuto, come era,
eccellente, s'era acquistato tanta fede, che niuna cosa d'importanza
senza il suo consiglio si deliberava; onde, il medesimo anno
essendosi finito di fondar dal comune di Firenze l'ultimo cerchio delle
mura della città, come si disse di sopra essersi già cominciato, e così i
torrioni delle porte, ed in gran parte tirati inanzi, diede al palazzo de'
Signori principio, e disegno, a simiglianza di quello che in Casentino
aveva fatto Lapo suo padre ai Conti di Poppi. Ma non potette già,
come che magnifico e grande lo disegnasse, dargli quella perfezzione
che l'arte ed il giudizio suo richiedevano; perciò che essendo state
disfatte e mandate per terra le case degli Uberti, rubelli del popolo
fiorentino e Ghibellini, e fattone piazza, potette tanto la sciocca
caparbietà d'alcuni, che non ebbe forza Arnolfo, per molte ragioni che
allegasse, di far sì, che gli fusse conceduto almeno mettere il palazzo
in isquadra, per non aver voluto chi governava, che in modo nessuno
il palazzo avesse i fondamenti in sul terreno degli Uberti rebelli; e
piuttosto comportarono che si gettasse per terra la navata di verso
tramontana di S. Piero Scheraggio, che lasciarlo fare in mezzo della
piazza con le sue misure: oltre che volsono ancora che si unisse et
accomodasse nel palazzo la torre de' Foraboschi chiamata la torre