Page 160 - Giorgio Vasari
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fuori tutto di marmi lavorati, con tante cornici, pilastri, colonne,
intagli di fogliami, figure, et altre cose, con quante egli oggi si vede
condotta, se non interamente, a una gran parte almeno della sua
perfezzione. E quello che in ciò fu sopra tutte l'altre cose
maraviglioso, fu questo, che, incorporando oltre S. Reparata altre
piccole chiese e case che e' erano intorno, nel fare la pianta, che è
bellissima, fece con tanta diligenza e giudizio fare i fondamenti di sì
gran fabrica larghi e profondi, riempiendogli di buona materia, cioè di
ghiaia e calcina, e di pietre grosse in fondo, là dove ancora la piazza
si chiama lungo i fondamenti, che eglino hanno benissimo potuto,
come oggi si vede, reggere il peso della gran macchina della cupola,
che Filippo di ser Brunellesco le voltò sopra. Il principio dei quali
fondamenti, e di tanto tempio, fu con molta solennità celebrato:
perciò che il giorno della Natività di Nostra Donna del 1298 fu gettata
la prima pietra dal cardinale legato del Papa, in presenza non pure di
molti Vescovi e di tutto il clero, ma del Podestà ancora, Capitani,
Priori, et altri magistrati della città, anzi di tutto il popolo di Firenze,
chiamandola S. Maria del Fiore. E perché si stimò le spese di questa
fabrica dover essere, come poi sono state, grandissime, fu posta una
gabella alla camera del Comune di quattro danari per lira di tutto
quello che si mettesse a uscita, e due soldi per testa l'anno; senzaché
il Papa et il legato concedettono grandissime indulgenze a coloro che
per ciò le porgessino limosine.
Non tacerò ancora, che oltre ai fondamenti larghissimi e profondi
quindici braccia, furono con molta considerazione fatti a ogni angolo
dell'otto facce quegli sproni di muraglie, perciò che essi furono poi
quelli che assicurarono l'animo del Brunellesco a porvi sopra molto
maggior peso di quello che forse Arnolfo aveva pensato di porvi.
Dicesi, che cominciandosi di marmo le due prime porte de' fianchi di
S. Maria del Fiore, fece Arnolfo intagliare in un fregio alcune foglie di
fico, che erano l'arme sua e di maestro Lapo suo padre, e che perciò
si può credere, che da costui avesse origine la famiglia dei Lapi, oggi
nobile in Fiorenza. Altri dicono similmente, che dei discendenti
d'Arnolfo discese Filippo di ser Brunellesco. Ma lasciando questo,
perché altri credono che i Lapi siano venuti da Figaruolo, castello in