Page 1524 - Giorgio Vasari
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scultore modanese, è stato ed è valentuomo nel suo esercizio, come
si può vedere nel Duomo di Reggio nella sepoltura del vescovo
Rangone di mano di costui, nella quale è la statua di quel prelato,
grande quanto il naturale, a sedere con due putti molto ben condotti,
la quale sepoltura gli fece fare il signor Ercole Rangone. Parimente in
Parma nel Duomo sotto le volte è di mano di Prospero la sepoltura
del beato Bernardo degl'Uberti fiorentino, cardinale e vescovo di
quella città, che fu finita l'anno 1548 e molto lodata.
Parma similmente ha avuto in diversi tempi molti eccellenti artefici e
begl'ingegni come si è detto di sopra, perciò che oltre a un Cristofano
Castelli, il quale fece una bellissima tavola in Duomo l'anno 1499, et
oltre a Francesco Mazzuoli del quale si è scritto la vita, vi sono stati
molti altri valentuomini. Il quale avendo fatto come si è detto alcune
cose nella Madonna della Steccata e lasciato alla morte sua
quell'opera imperfetta, Giulio Romano, fatto un disegno colorito in
carta, il quale in quel luogo si vede per ognuno, ordinò che un
Michelagnolo Anselmi sanese per origine, ma fatto parmigiano,
essendo buon pittore, mettesse in opera quel cartone, nel quale è la
coronazione di Nostra Donna: il che fece colui certo ottimamente,
onde meritò che gli fusse allogata una nicchia grande di quattro
grandissime che ne sono in quel tempio, dirimpetto a quella dove
avea fatto la sopra detta opera col disegno di Giulio; per che,
messovi mano, vi condusse a buon termine l'adorazione de' Magi con
buon numero di belle figure, facendo nel medesimo arco piano, come
si disse nella vita del Mazzuoli, e le vergini prudenti e lo spartimento
de' rosoni di rame. Ma restandogli anche a fare quasi un terzo di quel
lavoro, si morì, onde fu fornito da Bernardo Soiaro cremonese, come
diremo poco appresso. Di mano del detto Michelagnolo è nella
medesima città in San Francesco la capella della Concezzione, et in
San Pier martire alla capella della croce una gloria celeste.
Ieronimo Mazzuoli, cugino di Francesco, come s'è detto, seguitando
l'opera nella detta chiesa della Madonna, stata lasciata dal suo
parente imperfetta, dipinse un arco con le vergini prudenti e
l'ornamento de' rosoni; e dopo nella nicchia di testa, dirimpetto alla
porta principale, dipinse lo Spirito Santo discendente in lingue di