Page 1522 - Giorgio Vasari
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lavorato molte cose di marmo a Loreto e fatti molti ornamenti intorno
               a quella cappella e casa della Madonna. Costui dico, dopo che di là si
               partì  il  Tribolo  che  fu  l'ultimo,  avendo  finito  la  maggiore  storia  di
               marmo,  che  è  dietro  alla  detta  cappella,  dove  gl'Angeli  portano  di
               Schiavonia  quella  casa  nella  selva  di  Loreto,  ha  in  quel  luogo

               continuamente dal 1534 insino all'anno 1560 lavorato, e vi ha fatto di
               molte opere; la prima delle quali fu un profeta di braccia tre e mezzo
               a  sedere,  il  quale  fu  messo,  essendo  bella  e  buona  figura,  in  una

               nicchia che è volta verso ponente; la quale statua essendo piaciuta,
               fu cagione che egli fece poi tutti gl'altri profeti, da uno in fuori che è
               verso levante e dalla banda di fuori verso l'altare, il quale è di mano
               di  Simone  Cioli  da  Settignano,  discepolo  anch'egli  d'Andrea
               Sansovino. Il restante dico de' detti profeti sono di mano di maestro

               Girolamo e sono fatti con molta diligenza, studio e buona pratica. Alla
               cappella del Sagramento ha fatto il medesimo li candelieri di bronzo,
               alti tre braccia in circa, pieni di fogliami, figure tonde di getto, tanto

               ben fatte che sono cosa maravigliosa. Et un suo fratello, che in simili
               cose  di  getto  è  valentuomo,  ha  fatto  in  compagnia  di  maestro
               Girolamo in Roma molte altre cose, e particolarmente un tabernacolo
               grandissimo di bronzo per papa Paulo Terzo, il quale doveva essere
               posto nella cappella del palazzo di Vaticano, detta la Paulina.

               Fra  i  modanesi  ancora  sono  stati  in  ogni  tempo  artefici  eccellenti

               nelle  nostre  arti,  come  si  è  detto  in  altri  luoghi  e  come  si  vede  in
               quattro tavole, delle quali non si è fatto al suo luogo menzione per
               non  sapersi  il  maestro,  le  quali,  cento  anni  sono,  furono  fatte  a
               tempera  in  quella  città  e  sono  secondo  que'  tempi  bellissime  e

               lavorate  con  diligenza;  la  prima  è  all'altare  maggiore  di  San
               Domenico,  e  l'altre  alle  cappelle,  che  sono  nel  tramezzo  di  quella
               chiesa.  Et  oggi  vive  della  medesima  patria  un  pittore  chiamato
               Niccolò, il quale fece in sua giovanezza molti lavori a fresco intorno

               alle beccherie, che sono assai belli, et in S. Piero luogo de' monaci
               Neri, all'altar maggiore in una tavola, la decollazione di San Piero e
               San  Paulo,  imitando  nel  soldato  che  taglia  loro  la  testa  una  figura
               simile che è in Parma di mano d'Antonio da Coreggio, in San Giovanni

               Evangelista, lodatissima. E perché Niccolò è stato più raro nelle cose
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