Page 1517 - Giorgio Vasari
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quella, oltre all'altre figure, un Cristo fanciullo in grembo alla madre
che pare che spiri, et un S. Piero martire bellissimo et un'altra
tavoletta di mano del medesimo fatta alla Compagnia di San
Bastiano, non men bella di questa. Le quali tutte opere essendo state
ritratte da Girolamo, furono cagione che egli migliorò tanto la sua
prima maniera, ch'ella non pareva più dessa, né quella di prima. Da
Modana andato Girolamo a Parma, dove avea inteso esser alcune
opere del medesimo Coreggio, ritrasse alcuna delle pitture della
tribuna del Duomo, parendogli lavoro straordinario, cioè il bellissimo
scorto d'una Madonna che saglie in cielo circondata da una
multitudine d'Angeli, gl'Apostoli che stanno a vederla salire, e quattro
Santi protettori di quella città che sono nelle nicchie: San Giovanni
Battista che ha un agnello in mano, San Ioseffo sposo della Nostra
Donna, San Bernardo degl'Uberti fiorentino, cardinale e vescovo di
quella città, et un altro vescovo. Studiò similmente Girolamo in San
Giovanni Evangelista le figure della cappella maggiore nella nicchia di
mano del medesimo Coreggio, cioè la incoronazione di Nostra Donna,
San Giovanni Evangelista, il Battista, San Benedetto, San Placido et
una moltitudine d'Angeli che a questi sono intorno, e le maravigliose
figure che sono nella chiesa di San Sepolcro, alla cappella di San
Ioseffo, tavola di pittura divina. E perché è forza che coloro ai quali
piace fare alcuna maniera e la studiano con amore, la imparino,
almeno in qualche parte, onde aviene ancora che molti divengono più
eccellenti che i loro maestri non sono stati, Girolamo prese assai della
maniera del Coreggio. Onde, tornato a Bologna, l'imitò sempre, non
studiando altro che quella e la tavola, che in quella città dicemo
essere di mano di Raffaello da Urbino. E tutti questi particolari seppi
io dallo stesso Girolamo, che fu molto mio amico, l'anno 1550 in
Roma et il quale meco si dolse più volte d'aver consumato la sua
giovanezza et i migliori anni in Ferrara e Bologna e non in Roma o
altro luogo, dove averebbe fatto senza dubbio molto maggiore
acquisto.
Fece anco non piccol danno a Girolamo nelle cose dell'arte l'avere
atteso troppo a' suoi amorosi et a sonare il liuto in quel tempo che
arebbe potuto fare acquisto nella pittura. Tornato dunque a Bologna,