Page 1518 - Giorgio Vasari
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oltre a molti altri, ritrasse Messer Onofrio Bartolini fiorentino che
allora era in quella città a studio, et il quale fu poi arcivescovo di
Pisa, la quale testa, che è oggi appresso gli eredi di detto Messer
Noferi, è molto bella e di graziosa maniera. Lavorando in quel tempo
a Bologna un maestro Biagio pittore, cominciò costui, vedendo
Girolamo venire in buon credito, a temere che non gli passasse inanzi
e gli levasse tutto il guadagno. Per che, fatto seco amicizia con buona
occasione, per ritardarlo dall'operare, gli divenne compagno e
dimestico di maniera, che cominciarono a lavorare di compagnia e
così continuarono un pezzo. La qual cosa, come fu di danno a
Girolamo nel guadagno, così gli fu parimente nelle cose dell'arte:
perciò che seguitando le pedate di maestro Biagio che lavorava di
pratica e cavava ogni cosa dai disegni di questo e di quello, non
metteva anch'egli più alcuna diligenza nelle sue pitture. Ora, avendo
nel monasterio di San Michele in Bosco, fuor di Bologna, un frate
Antonio, monaco di quel luogo, fatto un San Bastiano grande quanto
il vivo, a Scaricalasino in un convento del medesimo ordine di Monte
Oliveto una tavola a olio et a Monte Oliveto Maggiore alcune figure in
fresco nella cappella dell'Orto di Santa Scolastica, voleva l'abate
Ghiaccino, che l'aveva fatto fermare quell'anno in Bologna, che egli
dipignesse la sagrestia nuova di quella lor chiesa. Ma frate Antonio,
che non si sentiva da fare sì grande opera et al quale forse non molto
piaceva durare tanta fatica, come bene spesso fanno certi di così fatti
uomini, operò di maniera, che quell'opera fu allogata a Girolamo et a
maestro Biagio, i quali la dipinsero tutta a fresco, facendo negli
spartimenti della volta alcuni putti et Angeli e nella testa, di figure
grandi, la storia della Trasfigurazione di Cristo, servendosi del disegno
di quella che fece in Roma a S. Pietro a Montorio Raffaello da Urbino,
e nelle facciate feciono alcuni Santi, nei quali è pur qualche cosa di
buono. Ma Girolamo, accortosi che lo stare in compagnia di maestro
Biagio non faceva per lui, anzi, che era la sua espressa rovina, finita
quell'opera disfece la compagnia e cominciò a far da sé. E la prima
opera che fece da sé solo fu nella chiesa di San Salvadore, nella
cappella di S. Bastiano, una tavola nella quale si portò molto bene;
ma dopo, intesa da Girolamo la morte del padre, se ne tornò a
Ferrara, dove per allora non fece altro che alcuni ritratti et opere di