Page 1511 - Giorgio Vasari
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piccolo fanciulletto, mentre andava alla scuola di leggere, non faceva
               altro che disegnare, dal quale esercizio, ancor che crescesse, il padre,
               che avea la pittura per una baia, di distorlo non fu mai possibile. Per
               che, veduto il padre che bisognava secondare la natura di questo suo
               figliuolo,  il  quale  non  faceva  altro  giorno  e  notte  che  disegnare,

               finalmente l'acconciò in Ferrara con Domenico Laneto, pittore in quel
               tempo di qualche nome, se bene avea la maniera secca e stentata;
               col  quale  Domenico,  essendo  stato  Benvenuto  alcun  tempo,

               nell'andare  una  volta  a  Cremona  gli  venne  veduto  nella  cappella
               maggiore  del  Duomo  di  quella  città,  fra  l'altre  cose  di  mano  di
               Boccaccino  Boccacci  pittore  cremonese,  che  avea  lavorata  quella
               tribuna  a  fresco,  un  Cristo,  che  sedendo  in  trono  et  in  mezzo  a
               quattro Santi, dà la benedizione. Per che, piaciutagli quell'opera, si

               acconciò,  per  mezzo  d'alcuni  amici,  con  esso  Boccaccino,  il  quale
               allora lavorava nella medesima chiesa pur a fresco alcune storie della
               Madonna, come si è detto nella sua vita, a concorrenza di Altobello

               pittore,  il  quale  lavorava  nella  medesima  chiesa  dirimpetto  a
               Boccaccino  alcune  storie  di  Gesù  Cristo,  che  sono  molto  belle  e
               veramente degne di essere lodate. Essendo dunque Benvenuto stato
               due anni in Cremona et avendo molto acquistato sotto la disciplina di
               Boccaccino,  se  n'andò  d'anni  diciannove  a  Roma  l'anno  1500,  dove

               postosi con Giovanni Baldini pittor fiorentino, assai pratico, et il quale
               aveva  molti  bellissimi  disegni  di  diversi  maestri  eccellenti,  sopra
               quelli,  quando  tempo  gl'avanzava  e  massimamente  la  notte,  si

               andava continuamente esercitando. Dopo, essendo stato con costui
               quindici  mesi  et  avendo  veduto  con  molto  suo  piacere  le  cose  di
               Roma, scorso che ebbe un pezzo per molti luoghi d'Italia, si condusse
               finalmente  a  Mantova,  dove  appresso  Lorenzo  Costa  pittore  stette
               due  anni,  servendolo  con  tanta  amorevolezza,  che  colui  per

               rimunerarlo  lo  acconciò  in  capo  a  due  anni  con  Francesco  Gonzaga
               marchese di Mantoa, col quale anco stava esso Lorenzo. Ma non vi fu
               stato molto Benvenuto, che amalando Piero suo padre in Ferrara, fu

               forzato  tornarsene  là,  dove  stette  poi  del  continuo  quattro  anni
               lavorando molte cose da sé solo et alcune in compagnia de' Dossi.
               Mandando  poi  l'anno  1505  per  lui  Messer  Ieronimo  Sagrato,
               gentiluomo ferrarese, il quale stava in Roma, Benvenuto vi tornò di
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