Page 1504 - Giorgio Vasari
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pentire d'averla fatta; ma Aristotile avendo inteso chi erano coloro
che avevano a stimare la sua prospettiva, andato a trovare Perino,
alla bella prima gli cominciò secondo il suo costume a dare per lo
capo del tu, per essergli colui stato amico in giovanezza. Laonde
Perino, che già era di mal animo, venne in collera, e quasi scoperse
non se n'aveggendo quello che in animo aveva malignamente di fare.
Per che, avendo il tutto raccontato Aristotile al Vasari, gli disse
Giorgio che non dubitasse, ma stesse di buona voglia, che non gli
sarebbe fatto torto. Dopo trovandosi insieme per terminare quel
negozio Perino e Giorgio, cominciando Perino, come più vecchio, a
dire, si diede a biasimare quella prospettiva et a dire ch'ell'era un
lavoro di pochi baiocchi, e che avendo Aristotile avuto danari a buon
conto e statogli pagati coloro che l'avevano aiutato, egli era più che
soprapagato, aggiugnendo: "S'io l'avessi avuta a far io, l'arei fatta
d'altra maniera e con altre storie et ornamenti che non ha fatto
costui, ma il cardinal toglie sempre a favorire qualcuno che gli fa poco
onore". Delle quali parole et altre conoscendo Giorgio che Perino
voleva più tosto vendicarsi dello sdegno, che avea col cardinale, con
Aristotile, che con amorevole pietà far riconoscere le fatiche e la virtù
d'un buono artefice, con dolci parole disse a Perino: "Ancor ch'io non
m'intenda di sì fatte opere più che tanto, avendone nondimeno vista
alcuna di mano di chi sa farle, mi pare che questa sia molto ben
condotta e degna d'essere stimata molti scudi, e non pochi, come voi
dite, baiocchi; e non mi pare onesto che chi sta per gli scrittoi a tirare
in su le carte, per poi ridurre in grand'opere tante cose variate in
prospettiva, debba essere pagato delle fatiche della notte e da
vantaggio del lavoro di molte settimane, nella maniera che si pagano
le giornate di coloro che non vi hanno fatica d'animo e di mane e
poca di corpo, bastando imitare, senza stillarsi altrimenti il cervello
come ha fatto Aristotile. E quando l'aveste fatta voi, Perino, con più
storie et ornamenti, come dite, non l'areste forse tirata con quella
grazia che ha fatto Aristotile, il quale in questo genere di pittura è
con molto giudizio stato giudicato dal cardinale miglior maestro di
voi. Ma considerate che alla fine non si fa danno, giudicando male e
non dirittamente, ad Aristotile, ma all'arte, alla virtù e molto più
all'anima, e se vi partirete dall'onesto per alcun vostro sdegno