Page 1498 - Giorgio Vasari
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de' Tessitori congiunta alle case del Magnifico Ottaviano de' Medici. Al
che avendo messo mano Aristotile con quanto studio, diligenza e
fatica gli fu mai possibile, condusse tutto quell'apparato a perfezione.
E perché Lorenzo di Pier Francesco de' Medici, avendo egli composta
la comedia che si aveva da recitare, avea cura di tutto l'apparato e
delle musiche, come quegli che andava sempre pensando in che
modo potesse uccidere il Duca, dal quale era cotanto amato e
favorito, pensò di farlo capitar male nell'apparato di quella comedia.
Costui dunque, là dove terminavano le scale della prospettiva et il
palco della scena, fece da ogni banda delle cortine delle mura gettate
in terra diciotto braccia di muro per altezza, per rimurare dentro una
stanza a uso di scarsella che fusse assai capace et un palco alto
quanto quello della scena, il quale servisse per la musica di voci; e
sopra il primo volea fare un altro palco per gravicemboli, organi et
altri simili instrumenti, che non si possono così facilmente muovere,
né mutare; et il vano dove avea rovinato le mura dinanzi volea che
fusse coperto di tele dipinte in prospettiva e di casamenti. Il che tutto
piaceva ad Aristotile, perché arrichiva la scena e lasciava libero il
palco di quella dagl'uomini della musica; ma non piaceva già ad esso
Aristotile che il cavallo che sosteneva il tetto, il quale era rimaso
senza le mura di sotto che il reggevano, si accomodasse altrimenti
che con un arco grande e doppio che fusse gagliardissimo, là dove
voleva Lorenzo che fusse retto da certi puntelli e non da altro che
potesse in niun modo impedire la musica. Ma conoscendo Aristotile
che quella era una trappola da rovinare addosso a una infinità di
persone, non si voleva in questo accordare in modo veruno con
Lorenzo, il quale in verità non aveva altro animo che d'uccidere in
quella rovina il Duca. Per che, vedendo Aristotile di non poter mettere
nel capo a Lorenzo le sue buone ragioni, avea deliberato di volere
andarsi con Dio, quando Giorgio Vasari, il quale allora benché
giovanetto stava al servizio del duca Alessandro et era creatura
d'Ottaviano de' Medici, sentendo mentre dipigneva in quella scena le
dispute e dispiaceri che erano fra Lorenzo et Aristotile, si mise
destramente di mezzo, et udito l'uno e l'altro et il pericolo che seco
portava il modo di Lorenzo, mostrò che senza fare l'arco o impedire in