Page 1494 - Giorgio Vasari
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VITA DI BASTIANO DETTO ARISTOTILE DA SAN GALLO
               PITTORE ET ARCHITETTO FIORENTINO



               Quando  Pietro  Perugino,  già  vecchio,  dipigneva  la  tavola  dell'altare
               maggiore de' Servi in Fiorenza, un nipote di Giuliano e d'Antonio da
               San Gallo, chiamato Bastiano, fu acconcio seco a imparare l'arte della

               pittura, ma non fu il giovanetto stato molto col Perugino, che veduta
               in casa Medici la maniera di Michelagnolo nel cartone della sala, di
               cui si è già tante volte favellato, ne restò sì amirato, che non volle più
               tornare a bottega con Piero parendoli che la maniera di colui a petto

               a quella del Buonarruoti fusse secca, minuta e da non dovere in niun
               modo essere imitata. E perché di coloro che andavano a dipignere il
               detto cartone, che fu un tempo la scuola di chi volle attendere alla
               pittura, il più valente di tutti era tenuto Ridolfo Grillandai, Bastiano se

               lo elesse per amico, per imparare da lui a colorire, e così divennero
               amicissimi.  Ma  non  lasciando  perciò  Bastiano  di  attendere  al  detto
               cartone e fare di quelli ignudi, ritrasse in un cartonetto tutta insieme
               l'invenzione  di  quel  gruppo  di  figure,  la  quale  niuno  di  tanti  che  vi

               avevano  lavorato  aveva  mai  disegnato  interamente.  E  perché  vi
               attese con quanto studio gli fu mai possibile, ne seguì che poi ad ogni
               proposito seppe render conto delle forze, attitudini e muscoli di quelle
               figure  e  quali  erano  state  le  cagioni  che  avevano  mosso  il

               Buonarruoto a fare alcune positure difficili. Nel che fare, parlando egli
               con  gravità,  adagio  e  sentenziosamente  gli  fu  da  una  schiera  di
               virtuosi artefici posto il sopranome d'Aristotile, il quale gli stette anco
               tanto meglio, quanto pareva che secondo un antico ritratto di quel

               grandissimo  filosofo  e  secretario  della  natura,  egli  molto  il
               somigliasse. Ma per tornare al cartonetto ritratto da Aristotile, egli il
               tenne poi sempre così caro che essendo andato male l'originale del
               Buonarruoto, nol volle mai dare né per prezzo, né per altra cagione,

               né lasciarlo ritrarre, anzi nol mostrava se non come le cose preziose
               si fanno ai più cari amici e per favore. Questo disegno poi l'anno 1542
               fu da Aristotile a persuasione di Giorgio Vasari suo amicissimo ritratto
               in  un  quadro  a  olio  di  chiaro  scuro  che  fu  mandato  per  mezzo  di
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