Page 1493 - Giorgio Vasari
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quadri del Duomo. Dopo, non avendo più che fare a Pisa, si condusse
a Lucca, dove in San Ponziano, luogo de' frati di Monte Oliveto, gli
fece fare un abate suo conoscente una Nostra Donna al salire di certe
scale che vanno in dormentorio; la quale finita, stracco, povero e
vecchio se ne tornò a Siena, dove non visse poi molto: perché
amalato, per non avere né chi lo governasse, né di che essere
governato, se n'andò allo spedal grande e quivi finì in poche
settimane il corso di sua vita.
Tolse Giovan Antonio essendo giovane et in buon credito moglie in
Siena una fanciulla nata di bonissime genti e n'ebbe il primo anno
una figliuola, ma poi venutagli a noia, perché egli era una bestia, non
la volle mai più vedere. Onde ella ritiratasi da sé visse sempre delle
sue fatiche e dell'entrate della sua dote, portando con lunga e molta
pacienza le bestialità e le pazzie di quel suo uomo, degno veramente
del nome di Mattaccio, che gli posero come s'è detto que' padri di
Monte Oliveto. Il Riccio sanese, discepolo di Giovan Antonio e pittore
assai pratico e valente, avendo presa per moglie la figliuola del suo
maestro, stata molto bene e costumatamente dalla madre allevata,
fu erede di tutte le cose del suocero attenenti all'arte. Questo Riccio
dico, il quale ha lavorato molte opere belle e lodevoli in Siena et
altrove, e nel Duomo di quella città, entrando in chiesa a man manca,
una cappella lavorata di stucchi e di pitture a fresco, si sta oggi in
Lucca, dove ha fatto e fa tuttavia molte opere belle e lodevoli. Fu
similmente creato di Giovan Antonio un giovane che si chiamava
Giomo del Soddoma, ma perché morì giovane, né potette dar se non
piccol saggio del suo ingegno e sapere, non accade dirne altro. Visse
il Soddoma anni settantacinque e morì l'anno 1554.
FINE DELLA VITA DEL SODDOMA, PITTORE