Page 1497 - Giorgio Vasari
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del medesimo autore. Nelle quali prospettive e scene, che molto
piacquero all'universale, et in particolare al signor Alessandro et
Ipolito de' Medici, che allora erano in Fiorenza sotto la cura di Silvio
Passerini cardinale di Cortona, acquistò di maniera nome Aristotile,
che di quella fu poi sempre la sua principale professione, anzi come
vogliono alcuni, gli fu posto quel sopranome parendo che veramente
nella prospettiva fusse quello che Aristotile nella filosofia. Ma come
spesso adiviene, che da una somma pace e tranquillità si viene alle
guerre e discordie, venuto l'anno 1527, si mutò in Fiorenza ogni letizia
e pace in dispiacere e travagli, perché, essendo allora cacciati i
Medici e dopo venuta la peste e l'assedio, si visse molti anni poco
lietamente; onde non si facendo allora dagl'artefici alcun bene, si
stette Aristotile in que' tempi sempre a casa, attendendo a' suoi
studii e capricci. Ma venuto poi al governo di Fiorenza il duca
Alessandro, e cominciando alquanto a rischiarare ogni cosa, i giovani
della Compagnia de' Fanciulli della Purificazione, dirimpetto a San
Marco, ordinarono di fare una tragicomedia, cavata dei libri de' Re,
delle tribolazioni che furono per la violazione di Tamar, la quale avea
composta Giovan Maria Primerani. Per che, dato cura della scena e
prospettiva ad Aristotile, egli fece una scena, la più bella (per quanto
capeva il luogo) che fusse stata fatta già mai. E perché oltre al
bell'apparato, la tragicomedia fu bella per sé e ben recitata, e molto
piacque al duca Alessandro et alla sorella che l'udirono, fecero loro
eccellenze liberare l'autore di essa, che era in carcere, con questo che
dovesse fare un'altra comedia a sua fantasia. Il che avendo fatto,
Aristotile fece nella loggia del giardino de' Medici in sulla piazza di
San Marco una bellissima scena e prospettiva, piena di colonnati, di
nicchie, di tabernacoli, statue e molte altre cose capricciose, che in
sin'allora in simili apparati non erano state usate, le quali tutte
piacquero infinitamente et hanno molto arrichito quella maniera di
pitture. Il soggetto della comedia fu Ioseffo accusato falsamente
d'avere voluto violare la sua padrona, e per ciò incarcerato e poi
liberato per l'interpretazione del sogno del re. Essendo dunque anco
questa scena molto piaciuta al Duca, ordinò quando fu el tempo, che
nelle sue nozze e di madama Margherita d'Austria si facesse una
comedia e la scena da Aristotile in via di San Gallo nella Compagnia