Page 1483 - Giorgio Vasari
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VITA DI GIOVANNANTONIO DETTO IL SODDOMA DA
               VERZELLI PITTORE



               Se gl'uomini conoscesseno il loro stato quando la fortuna porge loro
               occasione di farsi ricchi, favorendoli appresso gl'uomini grandi, e se
               nella  giovanezza  s'affaticassino  per  accompagnare  la  virtù  con  la

               fortuna, si vedrebbono maravigliosi effetti uscire dalle loro azzioni, là
               dove spesse volte si vede il contrario avenire; perciò che, sì come è
               vero che chi si fida interamente della fortuna sola resta le più volte
               ingannato, così è chiarissimo, per quello che ne mostra ogni giorno la

               sperienza,  che  anco  la  virtù  sola  non  fa  gran  cose  se  non
               accompagnata  dalla  fortuna.  Se  Giovannantonio  da  Verzelli,  come
               ebbe buona fortuna avesse avuto, come se avesse studiato poteva,
               pari virtù, non si sarebbe al fine della vita sua, che fu sempre stratta

               e  bestiale,  condotto  pazzamente  nella  vecchiezza  a  stentare
               miseramente. Essendo adunque Giovannantonio condotto a Siena da
               alcuni mercatanti agenti degli Spannocchi, volle la sua buona sorte, e
               forse cattiva, che non trovando concorrenza per un pezzo in quella

               città, vi lavorasse solo, il che se bene gli fu di qualche utile, gli fu alla
               fine di danno, perciò che quasi adormentandosi, non istudiò mai, ma
               lavorò le più delle sue cose per pratica; e se pur studiò un poco, fu
               solamente in disegnare le cose di Iacopo dalla Fonte, ché erano in

               pregio, e poco altro.

               Nel principio facendo molti ritratti di naturale con quella sua maniera
               di  colorito  acceso  che  egli  avea  recato  di  Lombardia,  fece  molte
               amicizie  in  Siena  più  per  essere  quel  sangue  amorevolissimo  de'
               forestieri, che perché fusse buon pittore. Era oltre ciò uomo allegro,
               licenzioso,  e  teneva  altrui  in  piacere  e  spasso,  con  vivere  poco

               onestamente; nel che fare, però che aveva sempre attorno fanciulli e
               giovani sbarbati, i quali amava fuor di modo, si acquistò il sopranome
               di Soddoma, del quale, non che si prendesse noia o sdegno, se ne

               gloriava,  facendo  sopra  esso  stanze  e  capitoli  e  cantandogli  in  sul
               liuto assai commodamente. Dilettossi, oltre ciò, d'aver per casa di più
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