Page 1477 - Giorgio Vasari
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mettendo in opera. Fu Michele di costumatissima vita et in tutte le
               sue cose molto onorevole; fu persona allegra, ma però mescolato col
               grave;  fu  timorato  di  Dio  e  molto  religioso,  in  tanto  che  non  si
               sarebbe  mai  messo  a  fare  la  mattina  alcuna  cosa,  che  prima  non
               avesse udito messa divotamente e fatte sue orazioni. E nel principio

               dell'imprese d'importanza faceva sempre la mattina innanzi ad ogni
               altra cosa cantar solennemente la messa dello Spirito Santo o della
               Madonna;  fu  liberalissimo  e  tanto  cortese  con  gli  amici,  che  così

               erano eglino delle cose di lui signori, come egli stesso. Né tacerò qui
               un  segno  della  sua  lealissima  bontà,  il  quale  credo  che  pochi  altri
               sappiano,  fuor  che  io.  Quando  Giorgio  Vasari,  del  quale,  come  si  è
               detto,  fu  amicissimo,  partì  ultimamente  da  lui  in  Vinezia,  gli  disse
               Michele: "Io voglio che voi sappiate, Messer Giorgio, che quando io

               stetti in mia giovanezza a Monte Fiascone, essendo innamorato della
               moglie  d'uno  scarpellino,  come  volle  la  sorte  ebbi  da  lei
               cortesemente, senza che mai niuno da me lo risapesse, tutto quello

               che io desiderava. Ora, avendo io inteso che quella povera donna è
               rimasa vedova e con una figliuola da marito, la quale dice avere di
               me conceputa, voglio, ancor che possa agevolmente essere che ciò,
               come io credo, non sia vero, portatele questi cinquanta scudi d'oro e
               dategliele  da  mia  parte  per  amor  di  Dio,  acciò  possa  aiutarsi  et

               accomodare  secondo  il  grado  suo  la  figliuola".  Andando  dunque
               Giorgio a Roma, giunto in Monte Fiascone, ancor che la buona donna
               gli confessasse liberamente quella sua putta non essere figliuola di

               Michele, ad ogni modo, sì come egli avea commesso, gli pagò i detti
               danari, che a quella povera femina furono così grati come ad un altro
               sarebbono stati cinquecento. Fu dunque Michele cortese sopra quanti
               uomini furono mai, con ciò fusse che non sì tosto sapeva il bisogno e
               desiderio  degl'amici,  che  cercava  di  compiacergli  se  avesse  dovuto

               spendere la vita; né mai alcuno gli fece servizio che non ne fusse in
               molti  doppii  ristorato.  Avendogli  fatto  Giorgio  Vasari  in  Vinezia  un
               disegno grande con quella diligenza che seppe maggiore, nel quale si

               vedeva  il  superbissimo  Lucifero  con  i  suo'  seguaci  vinti  dall'Angelo
               Michele piovere rovinosamente di cielo in un orribile inferno, non fece
               altro per allora che ringraziarne Giorgio quando prese licenza da lui;
               ma  non  molti  giorni  dopo,  tornando  Giorgio  in  Arezzo,  trovò  il  San
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