Page 1475 - Giorgio Vasari
P. 1475

rilievo, onde faceva vedere ai suoi signori insino alle menomissime
               cose delle sue fortificazioni in bellissimi modelli di legname che facea
               fare, la qual diligenza piaceva loro infinitamente, vedendo essi, senza
               partirsi  di  Vinezia,  giornalmente  come  le  cose  passavano  ne'  più
               lontani luoghi di quello stato; et a fine che meglio fussero veduti da

               ognuno,  gli  tenevano  nel  palazzo  del  principe  in  luogo  dove  que'
               signori  potevano  vedergli  a  lor  posta.  E  perché  così  andasse
               Giangirolamo  seguitando  di  fare,  non  pure  gli  rifacevano  le  spese

               fatte in condurre detti modelli, ma anco molte altre cortesie.
               Potette esso Giangirolamo andare a servire molti signori con grosse

               provisioni,  ma  non  volle  mai  partirsi  dai  suo'  signori  viniziani,  anzi,
               per consiglio del padre e del zio tolse moglie in Verona una nobile
               giovanetta de' Fracastori con animo di sempre starsi in quelle parti,
               ma non essendo anco con la sua amata sposa, chiamata madonna

               Ortensia, dimorato se non pochi giorni, fu dai suoi signori chiamato a
               Vinezia e di lì con molta fretta mandato in Cipri a vedere tutti i luoghi
               di  quell'isola,  con  dar  commessione  a  tutti  gli  ufficiali  che  lo
               provedessino  di  quanto  gli  facesse  bisogno  in  ogni  cosa.  Arivato

               dunque  Giangirolamo  in  quell'isola,  in  tre  mesi  la  girò  e  vide  tutta
               diligentemente, mettendo ogni cosa in disegno e scrittura per potere
               di tutto dar ragguaglio a' suoi signori. Ma mentre che attendeva con
               troppa  cura  e  sollecitudine  al  suo  ufficio,  tenendo  poco  conto  della

               sua vita negl'ardentissimi caldi che allora erano in quell'isola, infermò
               d'una febre pestilente che in sei giorni gli levò la vita, se bene dissero
               alcuni  che  egli  era  stato  avelenato;  ma  comunche  si  fusse,  morì
               contento,  essendo  ne'  servigi  de'  suoi  signori  et  adoperato  in  cose

               importanti  da  loro,  che  più  avevano  creduto  alla  sua  fede  e
               professione di fortificare che a quella di qualunche altro. Subito che fu
               amalato, conoscendosi mortale, diede tutti i disegni e scritti che avea
               fatto delle cose di quell'isola in mano di Luigi Brugnuoli suo cognato

               et  architetto,  che  allora  attendeva  alla  fortificazione  di  Famagosta,
               che  è  la  chiave  di  quel  regno,  acciò  gli  portasse  a'  suoi  signori.
               Arivata in Vinezia la nuova della morte di Giangirolamo non fu niuno
               di quel senato che non sentisse incredibile dolore della perdita d'un sì

               fatt'uomo e tanto affezionato a quella repubblica.
   1470   1471   1472   1473   1474   1475   1476   1477   1478   1479   1480