Page 1476 - Giorgio Vasari
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Morì Giangirolamo di età di 45 anni et ebbe onorata sepoltura in S.
Niccolò di Famagosta dal detto suo cognato, il quale poi tornato a
Vinezia presentando i disegni e scritti di Giangirolamo, il che fatto fu
mandato a dar compimento alla fortificazione di Legnago, là dove era
stato molti anni ad essequire i disegni e modelli del suo zio Michele.
Nel qual luogo non andò molto che si morì, lasciando due figliuoli che
sono assai valenti uomini nel disegno e nella pratica d'architettura;
con ciò sia che Bernardino, il maggiore, ha ora molte imprese alle
mani, come la fabrica del campanile del Duomo e di quello di San
Giorgio; la Madonna detta di Campagna, nelle quali et altre opere che
fa in Verona et altrove riesce eccellente, e massimamente
nell'ornamento e cappella maggiore di S. Giorgio di Verona, la quale è
d'ordine composito e tale che per grandezza, disegno e lavoro
affermano i veronesi non credere che si truovi altra a questa pari in
Italia; quest'opera dico, la quale va girando secondo che fa la nicchia,
è d'ordine corinzio con capitelli composti, colonne doppie di tutto
rilievo e con i suoi pilastri dietro; similmente il frontespizio, che la
ricuopre tutta, gira anch'egli con gran maestria secondo che fa la
nicchia et ha tutti gl'ornamenti che cape quell'ordine, onde monsignor
Barbaro, eletto patriarca d'Aquileia, uomo di queste professioni
intendentissimo e che n'ha scritto, nel ritornare dal Concilio di Trento,
vide non senza maraviglia quello che di quell'opera era fatto e quello
che giornalmente si lavorava; et avendola più volte considerata, ebbe
a dire non aver mai veduta simile e non potersi far meglio. E questo
basti per saggio di quello che si può dall'ingegno di Bernardino, nato
per madre de' San Micheli, sperare.
Ma per tornare a Michele, da cui ci partimo non senza cagione poco
fa, gl'arrecò tanto dolore la morte di Giangirolamo, in cui vide
mancare la casa de' San Micheli, non essendo del nipote rimasi
figliuoli, ancor che si sforzasse di vincerlo e ricoprirlo, che in pochi
giorni fu da una maligna febre ucciso, con incredibile dolore della
patria e de' suoi illustrissimi signori. Morì Michele l'anno 1559 e fu
sepolto in San Tommaso de' frati carmelitani, dove è la sepoltura
antica de' suoi maggiori; et oggi Messer Niccolò San Michele medico
ha messo mano a fargli un sepolcro onorato, che si va tuttavia