Page 1468 - Giorgio Vasari
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e dentro quadre e con mezzo risalto, lavorate di pezzi alla rustica e
               con capitelli dorici senza base, e nella cima un cornicione pur dorico
               et  intagliato  che  gira  tutta  la  loggia,  che  è  lunghissima,  dentro  e
               fuori.  Insomma  quest'opera  è  maravigliosa,  onde  ben  disse  il  vero
               l'illustrissimo  signor  Sforza  Pallavicino,  governatore  generale

               degl'esserciti  viniziani,  quando  disse  non  potersi  in  Europa  trovare
               fabrica alcuna che a questa possa in niun modo aguagliarsi; la quale
               fu l'ultimo miracolo di Michele, imperò che, avendo a pena fatto tutto

               questo primo ordine descritto, finì il corso di sua vita. Onde rimase
               imperfetta  quest'opera,  che  non  si  finirà  mai  altrimenti,  non
               mancando  alcuni  maligni  (come  quasi  sempre  nelle  gran  cose
               adiviene) che la biasimano, sforzandosi di sminuire l'altrui lodi con la
               malignità e maladicenza, poi che non possono con l'ingegno pari cose

               a gran pezzo operare.

               Fece il medesimo un'altra porta in Verona, detta di San Zeno, la quale
               è  bellissima,  anzi  in  ogni  altro  luogo  sarebbe  maravigliosa,  ma  in
               Verona  è  la  sua  bellezza  et  artifizio  dall'altre  due  sopra  dette
               offuscata. È similmente opera di Michele il bastione, o vero baluardo,

               che è vicino a questa porta, e similmente quello che è più a basso
               riscontro a S. Bernardino, et un altro mezzo che è riscontro al Campo
               Marzio,  detto  dell'Acquaio,  e  quello  che  di  grandezza  avanza  tutti
               gl'altri, il quale è posto alla catena dove l'Adice entra nella città. Fece

               in  Padova  il  bastione  detto  il  Cornaro  e  quello  parimente  di  Santa
               Croce, i quali amendue sono di maravigliosa grandezza e fabricati alla
               moderna, secondo l'ordine stato trovato da lui. Imperò che il modo di
               fare i bastioni a cantoni fu invenzione di Michele, per ciò che prima si

               facevano tondi. E dove quella sorte di bastioni erano molto difficili a
               guardarsi, oggi, avendo questi dalla parte di fuori un angolo ottuso,
               possono facilmente esser diffesi, o dal cavaliero edificato vicino fra
               due bastioni, o vero dall'altro bastione se sarà vicino e la fossa larga.

               Fu anco sua invenzione il modo di fare i bastioni con le tre piazze,
               però  che  le  due  dalle  bande  guardano  e  difendono  la  fossa  e  le
               cortine con le canoniere aperte et il molone del mezzo si difende et
               offende il nemico dinanzi. Il qual modo di fare è poi stato imitato da

               ognuno  e  si  è  lasciata  quell'usanza  antica  delle  canoniere
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