Page 1464 - Giorgio Vasari
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Michele, il quale con quella occasione, prima che tornasse a Vinezia,
andò a Casale di Monferrato per vedere quella bella e fortissima città
e castello, stati fatti per opera e con l'architettura di Matteo San
Michele, eccellente architetto e suo cugino, et una onorata e
bellissima sepoltura di marmo fatta in San Francesco della medesima
città pur con ordine di Matteo. Dopo tornatosene a casa non fu sì
tosto giunto che fu mandato col detto signor duca d'Urbino a vedere
la Chiusa, fortezza e passo molto importante sopra Verona, e dopo
tutti i luoghi del Friuli, Bergamo, Vicenza, Peschera et altri luoghi, de'
quali tutti e di quanto gli parve bisognasse, diede ai suoi signori in
iscritto minutamente notizia. Mandato poi dai medesimi in Dalmazia
per fortificare le città e luoghi di quella provincia, vide ogni cosa e
restaurò con molta diligenza dove vide il bisogno esser maggiore, e
perché non potette egli spedirsi del tutto vi lasciò Gian Girolamo suo
nipote, il quale avendo ottimamente fortificata Zara, fece dai
fondamenti la maravigliosa fortezza di San Niccolò, sopra la bocca del
porto di Sebenico. Michele in tanto, essendo stato con molta fretta
mandato a Corfù, ristaurò in molti luoghi quella fortezza et il
simigliante fece in tutti i luoghi di Cipri e di Candia, se bene indi a
non molto gli fu forza, temendosi di non perdere quell'isola per le
guerre turchesche che soprastavano, tornarvi, dopo avere rivedute in
Italia le fortezze del dominio vinisiano, a fortificare con incredibile
prestezza la Cania, Candia, Retimo e Settia, ma particolarmente la
Cania e Candia, la quale riedificò dai fondamenti e fece
inespugnabile. Essendo poi assediata dal turco Napoli di Romania, fra
per diligenza del San Michele in fortificarla e bastionarla et il valore
d'Agostino Clusoni veronese, capitano valorosissimo, in difenderla con
l'arme, non fu altrimenti presa dai nemici, né superata; le quali
guerre finite, andato che fu il San Michele col Magnifico Messer
Tomaso Monzenigo, capitan generale di mare, a fortificare di nuovo
Corfù, tornarono a Sebenico, dove molto fu comendata la diligenza di
Giangirolamo, usata nel fare la detta fortezza di San Niccolò.
Ritornato poi il San Michele a Vinezia, dove fu molto lodato per
l'opere fatte in levante in servigio di quella republica, deliberarono di
fare una fortezza sopra il Lito, cioè alla bocca del porto di Vinezia. Per