Page 1466 - Giorgio Vasari
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i massi di che è murata e tanto bene uniti e commessi insieme, per
               non  dire  nulla  degl'altri  ornamenti,  né  dell'altre  cose  che  vi  sono,
               essendo che non mai se ne potrebbe dir tanto che bastasse. Dentro
               poi  vi  fece  Michele  una  piazza  con  partimenti  di  pilastri  et  archi
               d'ordine  rustico,  che  sarebbe  riuscita  cosa  rarissima  se  non  fusse

               rimasa imperfetta. Essendo questa grandissima machina condotta al
               termine che si è detto, alcuni maligni et invidiosi dissero alla Signoria
               che ancor che ella fusse bellissima e fatta con tutte le considerazioni,

               ella sarebbe nondimeno in ogni bisogno inutile e forse anco dannosa;
               perciò  che  nello  scaricare  dell'artiglieria,  per  la  gran  quantità  e  di
               quella grossezza che il luogo richiedeva, non poteva quasi essere che
               non s'aprisse tutta e rovinasse. Onde, parendo alla prudenza di que'
               signori che fusse ben fatto di ciò chiarirsi, come di cosa che molto

               importava, fecero condurvi grandissima quantità d'artiglieria e delle
               più smisurate che fussero nell'arsenale, et empiute tutte le canoniere
               di  sotto  e  di  sopra  e  caricatole  anco  più  che  l'ordinario,  furono

               scaricate  tutte  in  un  tempo;  onde  fu  tanto  il  rumore,  il  tuono  et  il
               terremoto che si sentì, che parve che fusse rovinato il mondo, e la
               fortezza con tanti fuochi pareva un Mongibello et un inferno, ma non
               per tanto, rimase la fabrica nella sua medesima sodezza e stabilità, il
               senato  chiarissimo  del  molto  valore  del  San  Michele,  et  i  maligni

               scornati  e  senza  giudizio,  i  quali  avevano  tanta  paura  messa  in
               ognuno, che le gentildonne gravide, temendo di qualche gran cosa,
               s'erano allontanate da Vinezia.

               Non molto dopo, essendo ritornato sotto il dominio viniziano un luogo
               detto  Marano  di  non  piccola  importanza  ne'  liti  vicini  a  Vinezia,  fu

               rassettato  e  fortificato  con  ordine  del  San  Michele  con  prestezza  e
               diligenza.  E  quasi  ne'  medesimi  tempi,  divolgandosi  tuttavia  più  la
               fama di Michele e di Giovan Girolamo suo nipote, furono ricerchi più
               volte l'uno e l'altro d'andare a stare con l'imperatore Carlo Quinto e

               con  Francesco  re  di  Francia,  ma  eglino  non  vollono  mai,  anco  che
               fussero  chiamati  con  onoratissime  condizioni,  lasciare  i  loro  proprii
               signori per andare a servire gli stranieri, anzi, continuando nel loro
               uffizio, andavano rivedendo ogni anno e rassettando dove bisognava

               tutte le città e fortezze dello stato viniziano. Ma più di tutti gl'altri
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