Page 1459 - Giorgio Vasari
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Girolamo Genga, ho giudicato che sia ben fatto non tacere quello che
               io debbo di lui dire, dopo le vite di Girolamo e Bartolomeo Genghi, e
               massimamente per mostrare che [ai] belli ingegni (solo che vogliano)
               riesce ogni cosa, ancora che tardi si mettono ad imprese difficili et
               onorate,  imperò  che  si  è  veduto  avere  lo  studio,  aggiunto

               all'inclinazioni  di  natura,  aver  molte  volte  cose  maravigliose
               adoperato. Nacque adunque Giovambatista in San Marino a dì 27 di
               settembre 1506 di Bartolomeo Bellucci, persona in quella terra assai

               nobile,  et  imparato  che  ebbe  le  prime  lettere  d'umanità,  essendo
               d'anni diciotto, fu dal detto Bartolomeo suo padre mandato a Bologna
               ad attendere alle cose della mercatura appresso Bastiano di Ronco,
               mercante  d'arte  di  lana,  dove,  essendo  stato  circa  due  anni,  se  ne
               tornò  a  San  Marino  amalato  d'una  quartana  che  gli  durò  due  anni.

               Dalla  quale  finalmente  guarito,  ricominciò  da  sé  un'arte  di  lana,  la
               quale andò continuando infino all'anno 1535. Nel qual tempo vedendo
               il  padre  Giovambatista  bene  avviato,  gli  diede  moglie  in  Cagli  una

               figliuola di Guido Peruzzi, persona assai onorata in quella città; ma
               essendosi ella non molto dopo morta, Giovambatista andò a Roma a
               trovare  Domenico  Peruzzi  suo  cognato,  il  quale  era  cavalerizzo  del
               signor Ascanio Colonna. Col qual mezzo, essendo stato Giovambatista
               appresso quel signore due anni come gentiluomo, se ne tornò a casa;

               onde avvenne che, praticando a Pesero Girolamo Genga, conosciutolo
               virtuoso e costumato giovane, gli diede una figliuola per moglie e se
               lo  tirò  in  casa.  Laonde,  essendo  Giovambatista  molto  inclinato

               all'architettura et attendendo con molta diligenza a quell'opere che di
               essa  faceva  il  suo  suocero,  cominciò  a  possedere  molto  bene  le
               maniere del fabricare et a studiare Vetruvio, onde a poco a poco, fra
               quello che acquistato da se stesso e che gl'insegnò il Genga, si fece
               buono architettore e massimamente nelle cose delle fortificazioni et

               altre cose appartenenti alla guerra. Essendogli poi morta la moglie
               l'anno 1541 e lasciatogli due figliuoli, si stette insino al 1543 senza
               pigliare  di  sé  altro  partito,  nel  qual  tempo  capitando  del  mese  di

               settembre a San Marino un signor Gustamante spagnuolo, mandato
               dalla  maestà  cesarea  a  quella  repubblica  per  alcuni  negozii,  fu
               Giovambatista da colui conosciuto per eccellente architetto, onde per
               mezzo  del  medesimo  venne  non  molto  dopo  al  servizio
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