Page 1458 - Giorgio Vasari
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detto Bartolomeo, ancor che si fussero serviti del mezzo della
Duchessa e d'altri, ne gli compiacque finalmente per alcun tempo
determinato a preghiera d'un buon padre capuccino, al quale sua
eccellenza portava grandissima affezzione e non negava cosa che
volesse; e l'arte che usò quel sant'uomo, il quale di ciò fece coscienza
al Duca, essendo quello interesse della repubblica cristiana, non fu se
non da molto lodare e comendare. Bartolomeo adunque, il quale non
ebbe mai di questa la maggior grazia, si partì con in detti cavalieri di
Pesero a dì 20 di genaio 1558, ma trattenendosi in Sicilia, dalla
fortuna del mar impediti, non giunsero a Malta se non a undici di
marzo, dove furono lietamente raccolti dal gran mastro. Essendogli
poi mostrato quello che egli avesse da fare, si portò tanto bene in
quelle fortificazioni, che più non si può dire, in tanto che al gran
mastro e tutto que' signori cavalieri pareva d'avere avuto un altro
Archimede, e ne fecero fede con fargli presenti onoratissimi e tenerlo,
come raro, in somma venerazione. Avendo poi fatto il modello d'una
città, d'alcune chiese e del palazzo e residenza di detto gran mastro,
con bellissime invenzioni et ordine, si amalò dell'ultimo male, perciò
che, essendosi messo un giorno del mese di luglio, per essere in
quell'isola grandissimi caldi, a pigliar fresco fra due porte, non vi
stette molto che fu assalito da insoportabili dolori di corpo e da un
flusso crudele che in diciassette giorni l'uccisero con grandissimo
dispiacere del gran mastro e di tutti quegl'onoratissimi e valorosi
cavalieri ai quali pareva aver trovato un uomo secondo il loro cuore,
quando gli fu dalla morte rapito. Della quale trista novella essendo
avvisato il signor duca d'Urbino, n'ebbe incredibile dispiacere e pianse
la morte del povero Genga; e poi risoltosi a dimostrare l'amore che
gli portava a' cinque figliuoli che di lui erano rimasi, ne prese
particolare et amorevole protezzione. Fu Bartolomeo bellissimo
inventore di mascherate e rarissimo in fare apparati di commedie e
scene; dilettossi di fare sonetti et altri componimenti di rime e di
prose, ma niuno meglio gli riusciva che l'ottava rima, nella qual
maniera di scrivere fu assai lodato componitore. Morì d'anni quaranta,
nel 1558.
Essendo stato Giovambatista Bellucci da San Marino genero di