Page 1442 - Giorgio Vasari
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degl'Albergotti,  sotto  la  scuola  e  studio  del  comune,  è  una  finestra
               fatta col disegno di costui assai bella. Et in Pelliceria ne son due nella
               casa di ser Bernardino Serragli, et in sulla cantonata del palazzo de'
               Priori è di mano del medesimo un'arme grande di macigno di papa
               Clemente Settimo. Fu condotta ancora di suo ordine e parte da lui

               medesimo una cappella di macigno d'ordine corinto, per Bernardino di
               Cristofano  da  Giuovi,  che  fu  posta  nella  Badia  di  Santa  Fiore,
               monasterio assai bello in Arezzo di monaci Neri. In questa cappella

               voleva  il  padrone  far  fare  la  tavola  ad  Andrea  del  Sarto  e  poi  al
               Rosso, ma non gli venne fatto perché, quando da una cosa e quando
               da  altra  impediti,  non  lo  poterono  servire.  Finalmente  voltosi  a
               Giorgio Vasari ebbe anco con esso lui delle difficultà e si durò fatica a
               trovar modo che la cosa si accomodasse. Perciò che, essendo quella

               cappella intitolata in San Iacopo et in San Cristofani, vi voleva colui la
               Nostra Donna col Figliuolo in collo e poi al San Cristofano gigante un
               altro  Cristo  piccolo  sopra  la  spalla,  la  quale  cosa,  oltre  che  parea

               mostruosa, non si poteva accomodare né fare un gigante di sei in una
               tavola  di  quattro  braccia.  Giorgio  adunque,  disideroso  di  servire
               Bernardino,  gli  fece  un  disegno  di  questa  maniera:  pose  sopra  le
               nuvole la Nostra Donna con un sole dietro le spalle et in terra fece
               San Cristofano ginocchioni, con una gamba nell'acqua da uno de' lati

               della tavola, e l'altra in atto di moverla per rizzarsi, mentre la Nostra
               Donna gli pone sopra le spalle Cristo fanciullo con la palla del mondo
               in mano; nel resto della tavola poi aveva da essere accomodato in

               modo San Iacopo e gl'altri Santi, che non si sarebbono dati noia. Il
               quale disegno piacendo a Bernardino, si sarebbe messo in opera, ma
               perché in quello si morì, la cappella si rimase a quel modo agl'eredi,
               che  non  hanno  fatto  altro.  Mentre  dunque  che  Simone  lavorava  la
               detta cappella, passando per Arezzo Antonio da San Gallo, il quale

               tornava  dalla  fortificazione  di  Parma  et  andava  a  Loreto  a  finire
               l'opera  della  cappella  della  Madonna,  dove  aveva  aviati  il  Tribolo,
               Raffaello Monte Lupo, Francesco giovane da San Gallo, Girolamo da

               Ferrara e Simon Cioli et altri intagliatori, squadratori e scarpellini, per
               finire  quello  che  alla  sua  morte  aveva  lasciato  Andrea  Sansovino
               imperfetto,  fece  tanto  che  condusse  là  Simone  a  lavorare,  dove
               gl'ordinò  che  non  solo  avesse  cura  agl'intagli,  ma  all'architettura
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