Page 1438 - Giorgio Vasari
P. 1438

dopo  la  costui  morte  trovati  in  casa  sua  molti  disegni,  cartoni  e
               modelli di terra bellissimi, et un quadro di Nostra Donna stato da lui
               molto ben condotto, per quello che si vide, e con bella maniera molti
               anni inanzi, il quale fu venduto poi dagl'eredi suoi a Piero Salviati. Fu
               sepolto Iacopo nel primo chiostro della chiesa de' frati de' Servi, sotto

               la  storia  che  egli  già  fece  della  Visitazione,  e  fu  onoratamente
               accompagnato  da  tutti  i  pittori,  scultori  et  architettori.  Fu  Iacopo
               molto parco e costumato uomo, e fu nel vivere e vestire suo più tosto

               misero che assegnato, e quasi sempre stette da sé solo, senza volere
               che  alcuno  lo  servisse  o  gli  cucinasse.  Pure  negl'ultimi  anni  tenne
               come  per  allevarselo  Battista  Naldini,  giovane  di  buono  spirito,  il
               quale ebbe quel poco di cura della vita di Iacopo che egli stesso volle
               che se n'avesse, et il quale sotto la disciplina di lui fece non piccol

               frutto nel disegno, anzi tale che se ne spera ottima riuscita. Furono
               amici  del  Puntormo  in  particulare  in  questo  ultimo  della  sua  vita
               Pierfrancesco Vernacci, e don Vincenzio Borghini col quale si ricreava

               alcuna  volta,  ma  di  rado,  mangiando  con  esso  loro.  Ma  sopra  ogni
               altro fu da lui sempre sommamente amato il Bronzino che amò lui
               parimente  come  grato  e  conoscente  del  benefizio  da  lui  ricevuto.
               Ebbe il Puntormo di bellissimi tratti, e fu tanto pauroso della morte,
               che non voleva, non che altro, udirne ragionare, e fuggiva l'avere a

               incontrare  morti.  Non  andò  mai  a  feste,  né  in  altri  luoghi  dove  si
               ragunassero genti, per non essere stretto nella calca e fu oltre ogni
               credenza solitario. Alcuna volta, andando per lavorare, si mise così

               profondamente  a  pensare  quello  che  volesse  fare,  che  se  ne  partì
               senz'avere fatto altro in tutto quel giorno che stare in pensiero. E che
               questo  gl'avvenisse  infinite  volte  nell'opera  di  San  Lorenzo,  si  può
               credere agevolmente, perciò che quando era risoluto, come pratico e
               valente,  non  istentava  punto  a  far  quello  che  voleva,  o  aveva

               deliberato di mettere in opera.


               IL FINE DELLA VITA DI IACOPO DA PUNTORMO, PITTOR FIORENTINO
   1433   1434   1435   1436   1437   1438   1439   1440   1441   1442   1443