Page 1437 - Giorgio Vasari
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morti, e sotto i piedi ha Dio padre che crea Adamo et Eva. Oltre ciò in
uno de' canti dove sono i quattro Evangelisti nudi con libri in mano,
non mi pare, anzi in niun luogo, osservato né ordine di storia, né
misura, né tempo, né varietà di teste, non cangiamento di colori di
carni, et insimma non alcuna regola, né proporzione, né alcun ordine
di prospettiva: ma pieno ogni cosa d'ignudi, con un ordine, disegno,
invenzione, componimento, colorito e pittura fatta a suo modo, con
tanta malinconia e con tanto poco piacere di chi guarda quell'opera,
ch'io mi risolvo, per non l'intendere ancor io, se ben son pittore, di
lasciarne far giudizio a coloro che la vedranno; perciò che io crederei
impazzarvi dentro et avvilupparmi, come mi pare, che in undici anni
di tempo che egli ebbe, cercass'egli di avviluppare sé e chiunque
vede questa pittura con quelle così fatte figure. E se bene si vede in
questa opera qualche pezzo di torso che volta le spalle o il dinanzi et
alcune apiccature di fianchi, fatte con maraviglioso studio e molta
fatica da Iacopo, che quasi di tutte fece i modelli di terra tondi e
finiti, il tutto nondimeno è fuori della maniera sua, e come pare quasi
a ognuno, senza misura, essendo nella più parte i torsi grandi e le
gambe e braccia piccole, per non dir nulla delle teste, nelle quali non
si vede punto punto di quella bontà e grazia singolare che soleva dar
loro con pienissima sodisfazione di chi mira l'altre sue pitture. Onde
pare che in questa non abbia stimato se non certe parti, e dell'altre
più importanti non abbia tenuto conto niuno. Et insomma, dove egli
aveva pensato di trapassare in questa tutte le pitture dell'arte, non
arrivò a gran pezzo alle cose sue proprie fatte ne' tempi a dietro.
Onde si vede che chi vuol strafare e quasi sforzare la natura, rovina il
buono che da quella gli era stato largamente donato. Ma che si può o
deve se non avergli compassione, essendo così gl'uomini delle nostre
arti sottoposti all'errare come gl'altri? Et il buon Omero, come si dice,
anch'egli tal volta s'adormenta. Né sarà mai che in tutte l'opere di
Iacopo (sforzasse quanto volesse la natura) non sia del buono e del
lodevole. E perché se morì poco avanti che al fine dell'opera,
affermano alcuni che fu morto dal dolore, restando in ultimo
malissimo sodisfatto di se stesso. Ma la verità che essendo vecchio e
molto affaticato dal far ritratti, modelli di terra e lavorare tanto in
fresco, diede in una idropisia che finalmente l'uccise d'anni 65. Furono