Page 1445 - Giorgio Vasari
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che fanno il fine di quella certo degno di essere come cosa rara
amirato.
Dimorando adunque Simone Mosca in Orvieto, un suo figliuolo di
quindici anni, chiamato Francesco e per sopranome il Moschino,
essendo stato dalla natura prodotto quasi con gli scarpelli in mano e
di sì bell'ingegno, che qualunque cosa voleva facea con somma
grazia, condusse sotto la disciplina del padre in quest'opera, quasi
miracolosamente, gl'Angeli che fra i pilastri tengono l'inscrizioni, poi il
Dio Padre del frontespizio e finalmente gl'Angeli che sono nel mezzo
tondo dell'opera, sopra l'Adorazione de' Magi fatta da Raffaello, et
ultimamente le Vittorie dalle bande del mezzo tondo, nelle quali cose
fé stupire e maravigliare ognuno. Il che fu cagione che finita quella
cappella, a Simone fu dagl'Operai del Duomo dato a farne un'altra a
similitudine di questa, dall'altra banda, acciò meglio fusse
accompagnato il vano della cappella dell'altare maggiore, con ordine
che, senza variare l'architettura, si variassono le figure, e nel mezzo
fusse la visitazione di Nostra Donna, la quale fu allogata al detto
Moschino. Convenuti dunque del tutto, misero il padre et il figliuolo
mano all'opera, nella quale, mentre si adoperarono, fu il Mosca di
molto giovamento et utile a quella città, facendo a molti disegni
d'architettura per case et altri edifizii. E fra l'altre cose fece in quella
città la pianta e la facciata della casa di Messer Raffaello Gualtieri,
padre del vescovo di Viterbo, e di Messer Felice, ambi gentiluomini e
signori onorati e virtuosissimi; et alli signori conti della Cervara
similmente le piante d'alcune case. Il medesimo fece in molti de'
luoghi a Orvieto vicini et in particolare il signor Pirro Colonna da
Stripicciano, i modelli di molte fabriche e muraglie. Facendo poi fare il
Papa in Perugia la fortezza dove erano state le case de' Baglioni,
Antonio San Gallo, mandato per il Mosca, gli diede carico di fare
gl'ornamenti, onde furono con suo disegno condotte tutte le porte,
finestre, camini et altre sì fatte cose, et in particolare due grandi e
bellissime armi di Sua Santità. Nella quale opera avendo Simone fatto
servitù con Messer Tiberio Crispo che vi era castellano, fu da lui
mandato a Bolsena dove, nel più alto luogo di quel castello
riguardante il lago, accomodò parte in sul vecchio e parte fondando di