Page 1444 - Giorgio Vasari
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del Duomo d'Orvieto, disiderando far fine alla cappella di marmo, la
               quale  con  ordine  di  Michele  San  Michele  veronese  s'era  condotta
               infino al basamento con alcuni intagli, ricercorno Simone che volesse
               attendere  a  quella,  avendolo  conosciuto  veramente  eccellente:  per
               che,  rimasi  d'accordo  e  piacendo  a  Simone  la  conversazione

               degl'orvietani, vi condusse, per stare più comodamente, la famiglia, e
               poi si mise con animo quieto e posato a lavorare, essendo in quel
               luogo  da  ognuno  grandemente  onorato.  Poi  dunque  che  ebbe  dato

               principio,  quasi  per  saggio,  ad  alcuni  pilastri  e  fregiature,  essendo
               conosciuta  da  quegl'uomini  l'eccellenza  e  virtù  di  Simone,  gli  fu
               ordinata  una  provisione  di  dugento  scudi  d'oro  l'anno,  con  la  quale
               continuando di lavorare condusse quell'opera a buon termine. Perché
               nel  mezzo  andava,  per  ripieno  di  questi  ornamenti,  una  storia  di

               marmo,  cioè  l'adorazione  de'  Magi  di  mezzo  rilievo,  vi  fu  condotto,
               avendolo proposto Simone suo amicissimo, Raffaello da Monte Lupo
               scultore fiorentino, che condusse quella storia, come si è detto, infino

               a mezzo bellissima. L'ornamento dunque di questa cappella sono certi
               basamenti che mettono in mezzo l'altare di larghezza braccia dua e
               mezzo l'uno, sopra i quali sono due pilastri per banda alti cinque e
               questi mettono in mezzo la storia de' Magi. E nei due pilastri di verso
               la  storia,  che  se  ne  veggiono  due  faccie,  sono  intagliati  alcuni

               candellieri con fregiature di grottesche, maschere, figurine e fogliami,
               che  sono  cosa  divina.  E  da  basso  nella  predella  che  va  ricignendo
               sopra l'altare fra l'uno e l'altro pilastro, è un mezzo Angioletto che con

               le  mani  tiene  un'inscrizione  con  festoni  sopra,  e  fra  i  capitegli  de'
               pilastri,  dove  risalta  l'architrave,  il  fregio  e  cornicione  tanto  quanto
               sono  larghi  i  pilastri.  E  sopra  quelli  del  mezzo,  tanto  quanto  son
               larghi, gira un arco che fa ornamento alla storia detta de' Magi, nella
               quale, cioè in quel mezzo tondo, sono molti Angeli. Sopra l'arco è una

               cornice che viene da un pilastro all'altro, cioè da quegl'ultimi di fuori
               che  fanno  frontespizio  a  tutta  l'opera,  et  in  questa  parte  è  un  Dio
               Padre di mezzo rilievo; e dalle bande dove gira l'arco sopra i pilastri,

               sono due Vettorie di mezzo rilievo. Tutta quest'opera adunque è tanto
               ben composta e fatta con tanta ricchezza d'intaglio, che non si può
               fornire di vedere le minuzie degli strafori, l'eccellenza di tutte le cose
               che sono in capitelli, cornici, maschere, festoni e ne' candellieri tondi,
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