Page 1434 - Giorgio Vasari
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con esso lui, comandò che i palchi e la turata fusse gettata in terra.
               Ma Iacopo essendosi raccomandato et avendo ottenuto che si stesse
               anco  alcuni  giorni  a  scoprirla,  la  ritoccò  prima  dove  gli  parea  che
               n'avesse  di  bisogno,  e  poi  fatta  fare  una  tela  a  suo  modo,  che
               tenesse  quella  loggia  (quando  que'  signori  non  v'erano)  coperta,

               acciò l'aria, come avea fatto a Careggi, non si divorasse quelle pitture
               lavorate  a  olio  in  sulla  calcina  secca,  la  scoperse  con  grande
               aspettazione d'ognuno, pensandosi che Iacopo avesse in quell'opera

               avanzato  se  stesso  e  fatto  alcuna  cosa  stupendissima.  Ma  gl'effetti
               non corrisposero interamente all'opinione. Perciò che, se bene sono in
               questa molte parti buone, tutta la proporzione delle figure pare molto
               difforme,  e  certi  stravolgimenti  et  attitudini  che  vi  sono  pare  che
               siano senza misura e molto strane. Ma Iacopo si scusava con dire che

               non  avea  mai  ben  volentieri  lavorato  in  quel  luogo,  perciò  che
               essendo fuor di città par molto sottoposto alle furie de' soldati et ad
               altri  simili  accidenti.  Ma  non  accadeva  che  egli  temesse  di  questo,

               perché l'aria et il tempo (per essere lavorate nel modo che si è detto)
               le van consumando a poco a poco.

               Vi  fece  dunque  nel  mezzo  della  volta  un  Saturno  col  segno  del
               Capricorno e Marte ermafrodito nel segno del Leone e della Vergine
               et alcuni putti in aria che volano come quei di Careggi. Vi fece poi in
               certe feminone grandi, e quasi tutte ignude, la Filosofia, l'Astrologia,

               la Geometria, la Musica, l'Aritmetica et una Cerere et alcune medaglie
               di storiette fatte con varie tinte di colori et apropriate alle figure. Ma
               con  tutto  che  questo  lavoro  faticoso  e  stentato  non  molto
               sodisfacesse, e se pur assai, molto meno che non s'aspettava, mostrò

               sua eccellenza che gli piacesse e si servì di Iacopo in ogni occorrenza,
               essendo  massimamente  questo  pittore  in  molta  venerazione
               appresso i popoli, per le molto belle e buon'opere che avea fatto per
               lo passato. Avendo poi condotto il signor Duca in Fiorenza maestro

               Giovanni  Rosso  e  maestro  Niccolò  fiamminghi,  maestri  eccellenti  di
               panni  d'arazzo,  perché  quell'arte  si  esercitasse  et  imparasse  dai
               fiorentini, ordinò che si facessero panni d'oro e di seta per la sala del
               consiglio de' Dugento, con spesa di sessantamila scudi, e che Iacopo

               e  Bronzino  facessero  nei  cartoni  le  storie  di  Ioseffo.  Ma  avendone
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