Page 1430 - Giorgio Vasari
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disegno  di  Michelagnolo  e  per  lo  colorito  di  Iacopo,  onde  avendola

               veduta  il  signor  Alessandro  Vitelli,  il  quale  era  allora  in  Fiorenza
               capitano della guardia de' soldati, si fece fare da Iacopo un quadro
               del  medesimo  cartone,  il  quale  mandò  e  fé  porre  nelle  sue  case  a
               Città  di  Castello.  Veggendosi  adunque  quanta  stima  facesse

               Michelagnolo  del  Puntormo  e  con  quanta  diligenza  esso  Puntormo
               conducesse a perfezzione e ponesse ottimamente in pittura i disegni
               e  cartoni  di  Michelagnolo,  fece  tanto  Bartolomeo  Bettini,  che  il

               Buonarruoti suo amicissimo gli fece un cartone d'una Venere ignuda
               con un Cupido che la bacia, per farla fare di pittura al Pontormo e
               metterla in mezzo a una sua camera, nelle lunette della quale aveva
               cominciato a fare dipignere dal Bronzino Dante, Petrarca e Boccaccio,
               con animo di farvi gl'altri poeti che hanno con versi e prose toscane

               cantato  d'amore.  Avendo  dunque  Iacopo  avuto  questo  cartone,  lo
               condusse, come si dirà, a suo agio a perfezzione in quella maniera
               che sa tutto il mondo senza che io lo lodi altrimenti. I quali disegni di

               Michelagnolo furono cagione che considerando il Puntormo la maniera
               di quello artefice nobilissimo, se gli destasse l'animo e si risolvesse
               per ogni modo a volere secondo il suo sapere imitarla e seguitarla. Et
               allora  conobbe  Iacopo  quanto  avesse  mal  fatto  a  lasciarsi  uscir  di
               mano  l'opera  del  Poggio  a  Caiano,  come  che  egli  ne  incolpasse  in

               gran parte una sua lunga e molto fastidiosa infermità, et in ultimo la
               morte di papa Clemente, che ruppe al tutto quella pratica.

               Avendo  Iacopo,  dopo  le  già  dette  opere,  ritratto  di  naturale  in  un
               quadro Amerigo Antinori, giovane allora molto favorito in Fiorenza, et
               essendo  quel  ritratto  molto  lodato  da  ognuno,  il  duca  Alessandro

               avendo fatto intendere a Iacopo che voleva da lui essere ritratto in
               un quadro grande, Iacopo per più commodità lo ritrasse per allora in
               un  quadretto  grande  quanto  un  foglio  di  carta  mezzana  con  tanta
               diligenza e studio, che l'opere de' miniatori non hanno che fare alcuna

               cosa con questa; perciò che, oltre al somigliare benissimo, è in quella
               testa tutto quello che si può disiderare in una rarissima pittura. Dal
               quale quadretto, che è oggi in guardaroba del duca Cosimo, ritrasse
               poi Iacopo il medesimo Duca in un quadro grande con uno stile in

               mano  disegnando  la  testa  d'una  femina,  il  quale  ritratto  maggiore
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