Page 1418 - Giorgio Vasari
P. 1418
Evangelista. In questo tempo l'uno di due giovani che stavano con
Iacopo, cioè Giovanmaria Pichi dal Borgo a San Sepolcro, che si
portava assai bene et il quale fu poi frate de' Servi, e nel Borgo e
nella pieve a Santo Stefano fece alcune opere, dipinse, stando dico
ancora con Iacopo, per mandarlo al Borgo, in un quadro grande un
San Quintino ignudo e martirizzato, ma perché disiderava Iacopo,
come amorevole di quel suo discepolo, che egli acquistasse onore e
lode, si mise a ritoccarlo, e così non sapendone levare le mani e
ritoccando oggi la testa, domani le braccia, l'altro il torso, il
ritoccamento fu tale, che si può quasi dire che sia tutto di sua mano;
onde non è maraviglia se è bellissimo questo quadro che è oggi al
Borgo nella chiesa de' frati osservanti di San Francesco. L'altro dei
due, Giovanni, il quale fu Giovan Antonio Lappoli aretino, di cui si è in
altro luogo favellato, avendo come vano ritratto se stesso nello
specchio, mentre anch'egli ancora si stava con Iacopo, parendo al
maestro che quel ritratto poco somigliasse, vi mise mano e lo ritrasse
egli stesso tanto bene, che par vivissimo; il quale ritratto è oggi in
Arezzo in casa gl'eredi di detto Giovan Antonio. Il Puntormo
similmente ritrasse in uno stesso quadro due suoi amicissimi: l'uno fu
il genero di Becuccio Bichieraio, et un altro, del quale parimente non
so il nome; basta, che i ritratti son di mano del Puntormo. Dopo fece
a Bartolomeo Ginori, per dopo la morte di lui, una filza di drapelloni,
secondo che usano i fiorentini, et in tutti dalla parte di sopra fece una
Nostra Donna col Figliuolo nel taffetà bianco, e di sotto nella balzana
di colorito fece l'arme di quella famiglia secondo che usa. Nel mezzo
della filza, che è di ventiquattro drapelloni, ne fece due, tutti di
taffetà bianco senza balzana, nei quali fece due San Bartolomei alti
due braccia l'uno, la quale grandezza di tutti questi drappelloni e
quasi nuova maniera, fece parere meschini e poveri tutti gl'altri stati
fatti insino allora; e fu cagione che si cominciarono a fare della
grandezza che si fanno oggi, leggiadra molto e di manco spesa d'oro.
In testa all'orto e vigna de' frati di S. Gallo, fuor della porta che si
chiama dal detto Santo, fece in una cappella, che era a dirittura
dell'entrata nel mezzo, un Cristo morto, una Nostra Donna che
piagneva e duo putti in aria, uno de' quali teneva il calice della
Passione in mano e l'altro sosteneva la testa del Cristo cadente. Dalle