Page 1422 - Giorgio Vasari
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Clemente in via di San Gallo, sopra un altare. Diede similmente fine a
               un quadro d'una pietà con certi Angeli nudi, che fu molto bell'opera e
               carissima a certi mercanti Raugei, per i quali egli la fece. Ma sopra
               tutto vi era un bellissimo paese, tolto per la maggior parte da una
               stampa d'Alberto Duro. Fece similmente un quadro di Nostra Donna

               col Figliuolo in collo e con alcuni putti intorno, la quale è oggi in casa
               d'Alessandro  Neroni,  et  un  altro  simile,  cioè  d'una  Madonna,  ma
               diversa dalla sopra detta e d'altra maniera, ne fece a certi spagnuoli,

               il quale quadro essendo a vendersi a un rigattiere di lì a molti anni lo
               fece il Bronzino comperare a Messer Bartolomeo Panciatichi. L'anno
               poi 1522 essendo in Firenze un poco di peste e però partendosi molti
               per fuggire quel morbo contagiosissimo e salvarsi, si porse occasione
               a Iacopo d'alontanarsi alquanto e fuggire la città; per che, avendo un

               priore  della  Certosa,  luogo  stato  edificato  dagl'Acciaiuoli  fuor  di
               Firenze  tre  miglia,  a  far  fare  alcune  pitture  a  fresco  ne'  canti  d'un
               bellissimo e grandissimo chiostro che circonda un prato, gli fu messo

               per le mani Iacopo, per che, avendolo fatto ricercare et egli avendo
               molto volentieri in quel tempo accettata l'opera, se n'andò a Certosa
               menando seco il Bronzino solamente. E gustato quel modo di vivere,
               quella quiete, quel silenzio e quella solitudine (tutte cose secondo il
               genio e natura di Iacopo) pensò con quella occasione fare nelle cose

               dell'arti uno sforzo di studio e mostrare al mondo avere acquistato
               maggior perfezione e variata maniera da quelle cose che avea fatto
               prima. Et essendo non molto inanzi dell'Alemagna venuto a Firenze

               un  gran  numero  di  carte  stampate  e  molto  sottilmente  state
               intagliate col bulino da Alberto Duro, eccellentissimo pittore tedesco
               e raro intagliatore di stampe in rame e legno, e fra l'altre molte storie
               grandi e piccole della Passione di Gesù Cristo, nelle quali era tutta
               quella perfezzione e bontà nell'intaglio di bulino, che è possibile far

               mai, per bellezza, varietà d'abiti et invenzione, pensò Iacopo, avendo
               a fare ne' canti di que' chiostri istorie della Passione del Salvatore, di
               servirsi dell'invenzioni sopra dette d'Alberto Duro, con ferma credenza

               d'avere  non  solo  a  sodisfare  a  se  stesso,  ma  alla  maggior  parte
               degl'artefici di Firenze, i quali tutti a una voce, di comune giudizio e
               consenso,  predicavano  la  bellezza  di  queste  stampe  e  l'eccellenza
               d'Alberto. Messosi dunque Iacopo a imitare quella maniera, cercando
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