Page 1414 - Giorgio Vasari
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la vittoria avuta di Cleopatra, sopra il carro tutto dipinto dal Puntormo
               dei  fatti  di  quello  più  famosi,  il  quale  carro  accompagnavano  sei
               coppie  d'uomini  d'arme  vestiti  di  lucentissime  armi  e  ricche,  tutte
               fregiate d'oro, con le lance in sulla coscia; e le torce, che portavano li
               staffieri  mezzi  armati,  avevano  forma  di  trofei  in  varii  modi

               accomodati. Il quinto carro tirato da cavalli alati, che avevano forma
               di  grifii,  aveva  sopra  Cesare  Augusto  dominatore  dell'universo,
               accompagnato da sei coppie di poeti a cavallo, tutti coronati, sì come

               anco Cesare, di lauro e vestiti in varii abiti, secondo le loro provincie;
               e questi, perciò che furono i poeti sempre molto favoriti da Cesare
               Augusto  il  quale  essi  posero  con  le  loro  opere  in  cielo.  Et  acciò
               fussero conosciuti, aveva ciascun di loro una scritta a traverso a uso
               di banda, nella quale erano i loro nomi. Sopra il sesto carro tirato da

               quattro  paia  di  giovenchi  vestiti  riccamente  era  Traiano  imperatore
               giustissimo,  dinanzi  al  quale,  sedente  sopra  il  carro  molto  bene
               dipinto dal Puntormo, andavano, sopra belli e ben guerniti cavalli, sei

               coppie di dottori legisti con toghe infino ai piedi e con mozzette di
               vai,  secondo  che  anticamente  costumavano  i  dottori  di  vestire;  i
               staffieri che portavano le torce in gran numero erano scrivani, copisti
               e notai con libri e scritture in mano. Dopo questi sei veniva il carro, o
               vero trionfo dell'età e secol d'oro, fatto con bellissimo e ricchissimo

               artifizio, con molte figure di rilievo fatte da Baccio Bandinelli, e con
               bellissime pitture di mano del Puntormo, fra le quali di rilievo furono
               molto lodate le quattro virtù cardinali. Nel mezzo del carro surgeva

               una gran palla in forma d'apamondo, sopra la quale stava prostrato
               bocconi un uomo come morto, armato d'arme tutte ruginose, il quale
               avendo  le  schiene  aperte  e  fesse,  della  fessura  usciva  un  fanciullo
               tutto nudo e dorato, il quale rappresentava l'età dell'oro resurgente e
               la fine di quella del ferro, della quale egli usciva e rinasceva per la

               creazione  di  quel  Pontefice.  E  questo  medesimo  significava  il
               broncone secco, rimettente le nuove foglie, come che alcuni dicessero
               che la cosa del broncone alludeva a Lorenzo de' Medici, che fu duca

               d'Urbino.  Non  tacerò  che  il  putto  dorato,  il  quale  era  ragazzo  d'un
               fornaio,  per  lo  disagio  che  patì  per  guadagnare  dieci  scudi,  poco
               appresso si morì. La canzone che si cantava da quella mascherata,
               secondo che si costuma, fu composizione del detto Iacopo Nardi, e la
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