Page 1390 - Giorgio Vasari
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molta lode di Cristofano, che in ciò si portò benissimo. Finite di
abbozzare le tavole, si mise mano al fregio, il quale se bene doveva
tutto da sé lavorare Cristofano, ebbe compagnia: perciò che, venuto
da Camaldoli a Bologna Stefano Veltroni dal Monte San Savino,
cugino del Vasari, che avea abbozzata la tavola del Deposto, fecero
ambidue quell'opera insieme e tanto bene, che riuscì maravigliosa.
Lavorava Cristofano le grottesche tanto bene, che non si poteva
veder meglio, ma non dava loro una certa fine che avesse
perfezzione. E per contrario Stefano mancava d'una certa finezza e
grazia, perciò che le pennellate non facevano a un tratto restare le
cose ai luoghi loro, onde perché era molto paziente, se ben durava
più fatica, conduceva finalmente le sue grottesche con più diligenza e
finezza. Lavorando dunque costoro a concorrenza l'opera di questo
fregio, tanto faticarono l'uno e l'altro, che Cristofano imparò a finire
da Stefano e Stefano imparò da lui a essere più fino e lavorare da
maestro. Mettendosi poi mano ai festoni grossi, che andavano a
mazzi intorno alle finestre, il Vasari ne fece uno di sua mano, tenendo
innanzi frutte naturali per ritrarle dal vivo, e ciò fatto, ordinò che
tenendo il medesimo modo, Cristofano e Stefano seguitassono il
rimanente, uno da una banda e l'altro dall'altra della finestra; e così a
una a una l'andassono finendo tutte, promettendo a chi di loro meglio
si portasse nel fine dell'opera un paio di calze di scarlatto. Per che,
gareggiando amorevolmente costoro per l'utile e per l'onore, si
misero dalle cose grande a ritrarre insino alle minutissime, come
migli, panichi, ciocche di finocchio et altre simili, di maniera che
furono que' festoni bellissimi et ambidue ebbero il premio delle calze
di scarlatto dal Vasari, il quale si affaticò molto perché Cristofano
facesse da sé parte di disegni delle storie, che andarono nel fregio,
ma egli non volle mai. Onde mentre che Giorgio gli faceva da sé,
condusse i casamenti di due tavole con grazia e bella maniera, a
tanta perfezzione, che un maestro di gran iudizio, ancor che avesse
avuto i cartoni innanzi, non arebbe fatto quello che fece Cristofano, e
di vero, non fu mai pittore che facesse da sé, e senza studio, le cose
che a costui venivano fatte. Avendo poi finito di tirare innanzi i
casamenti delle due tavole, mentre che il Vasari conduceva a fine le