Page 1385 - Giorgio Vasari
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VITA DI CRISTOFANO GHERARDI DETTO DOCENO DAL
               BORGO SAN SEPOLCRO, PITTORE



               Mentre  che  Raffaello  dal  Colle  del  Borgo  San  Sepolcro,  il  quale  fu
               discepolo  di  Giulio  Romano  e  gli  aiutò  lavorare  a  fresco  la  sala  di
               Gostantino nel palazzo del Papa in Roma et in Mantoa le stanze del T,

               dipigneva, essendo tornato al Borgo, la tavola della cappella di San
               Gilio et Arcanio, nella quale fece, imitando esso Giulio e Raffaello da
               Urbino,  la  ressurrezzione  di  Cristo,  che  fu  opera  molto  lodata,  et
               un'altra  tavola  d'un'Assunta  ai  frati  de'  Servi  a  Città  di  Castello;

               mentre (dico) Raffaello queste et altre opere lavorava nel Borgo sua
               patria,  acquistandosi  ricchezze  e  nome,  un  giovane  d'anni  sedici,
               chiamato  Cristofano  e  per  sopranome  Doceno,  figliuolo  di  Guido
               Gherardi,  uomo  d'orrevole  famiglia  in  quella  città,  attendendo  per

               naturale  inclinazione  con  molto  profitto  alla  pittura,  disegnava  e
               coloriva  così  bene  e  con  tanta  grazia,  che  era  una  maraviglia.  Per
               che, avendo il sopra detto Raffaello veduto di mano di costui alcuni
               animali come cani, lupi, lepri e varie sorti d'uccelli e pesci molto ben

               fatti,  e  vedutolo  di  dolcissima  conversazione  e  tanto  faceto  e
               motteggevole, come che fusse astratto nel vivere e vivesse quasi alla
               filosofica, fu molto contento d'avere sua amistà e che gli praticasse
               per  imparare  in  bottega.  Avendo  dunque  sotto  la  disciplina  di

               Raffaello disegnato Cristofano alcun tempo, capitò al Borgo il Rosso,
               con  quale  avendo  fatto  amicizia  et  avuto  de'  suoi  disegni,  studiò
               Doceno sopra quelli con molta diligenza, parendogli (come quelli che
               non aveva veduto altri che di mano di Raffaello) che fussino, come

               erano in vero, bellissimi. Ma cotale studio fu da lui interrotto perché,
               andando Giovanni de' Turrini dal Borgo allora capitano de' fiorentini
               con una banda di soldati borghesi e da Città di Castello alla guardia
               di  Firenze,  assediata  dall'esercito  imperiale  e  di  papa  Clemente,  vi

               andò fra gl'altri soldati Cristofano, essendo stato da molti amici suoi
               sviato;  ben  è  vero  che  vi  andò  non  meno  con  animo  d'avere  a
               studiare con qualche commodo le cose di Fiorenza che di militare, ma
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