Page 1395 - Giorgio Vasari
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da Girone, mandò per Cristofano, il quale andato ben volentieri, come
quello che avea voglia di veder Roma, vi stette molti mesi facendo
poco altro che andar veggendo, ma nondimeno acquistò tanto, che
tornato di nuovo a S. Iustino fece per capriccio in una sala alcune
figure tanto belle, che pareva che l'avesse studiate venti anni.
Dovendo poi andare il Vasari l'anno 1545 a Napoli a fare ai frati di
Monte Uliveto un refettorio di molto maggior opera che non fu quella
di San Michele in Bosco di Bologna, mandò per Cristofano, Raffaello
dal Colle e Stefano sopra detti, suoi amici e creati, i quali tutti si
trovarono al tempo determinato in Napoli, eccetto Cristofano, che
restò per essere ammalato. Tuttavia essendo sollecitato dal Vasari si
condusse in Roma per andare a Napoli, ma ritenuto da Borgognone
suo fratello, che era anch'egli fuoruscito, et il quale lo voleva
condurre in Francia, si perdé quell'occasione; ma ritornando il Vasari
l'anno 1546 da Napoli a Roma per fare ventiquattro quadri che poi
furono mandati a Napoli e posti nella sagrestia di San Giovanni
Carbonaro, nei quali dipinse in figure d'un braccio o poco più storie
del Testamento Vecchio e della vita di San Giovanni Battista, e per
dipignere similmente i portelli dell'organo del piscopio che erano alti
braccia sei, si servì di Cristofano, che gli fu di grandissimo aiuto e
condusse figure e paesi in quell'opere molto eccellentemente.
Similmente aveva disegnato Giorgio servirsi di lui nella sala della
Cancelleria, la quale fu dipinta con i cartoni di sua mano e del tutto
finita in cento giorni, per lo cardinal Farnese, ma non gli venne fatto,
perché amalatosi Cristofano, se ne tornò a San Giustino subito che fu
cominciato a migliorare, et il Vasari senza lui finì la sala, aiutato da
Raffaello dal Colle, da Gianbatista Bagna Cavallo bolognese, da
Roviale e Bizzera spagnuoli, e da molti altri suoi amici e creati.
Da Roma tornato Giorgio a Fiorenza e di lì dovendo andare a Rimini,
per fare all'abate Gian Matteo Faettani nella chiesa de' monaci di
Monte Oliveto una cappella a fresco et una tavola, passò da San
Giustino per menar seco Cristofano, ma l'abate Buffolino, al quale
dipigneva una sala, non volle per allora lasciarlo partire, promettendo
a Giorgio che presto gliela manderebbe fino in Romagna. Ma non
ostanti cotali promesse stette tanto a mandarlo, che quando