Page 1386 - Giorgio Vasari
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non gli venne fatto, perché Giovanni suo capitano ebbe in guardia
non alcun luogo della città, ma i bastioni del monte di fuora. Finita
quella guerra, essendo non molto dopo alla guardia di Firenze il
signor Alessandro Vitelli da Città di Castello, Cristofano tirato
dagl'amici e dal disiderio di vedere le pitture e sculture di quella città,
si mise come soldato in detta guardia, nella quale mentre dimorava
avendo inteso il signor Alessandro da Battista della Bilia, pittore e
soldato da Città di Castello, che Cristofano attendeva alla pittura et
avuto un bel quadro di sua mano, avea disegnato mandarlo con detto
Battista della Bilia e con un altro Battista similmente da Città di
Castello, a lavorare di sgraffito e di pitture un giardino e loggia che a
Città di Castello avea cominciato. Ma essendosi mentre si murava il
detto giardino morto quello et in suo luogo entrato l'altro Battista,
per allora, che se ne fusse cagione, non se ne fece altro. Intanto
essendo Giorgio Vasari tornato da Roma, e trattenendosi in Fiorenza
col duca Alessandro insino a che il cardinale Ipolito suo signore
tornasse d'Ungheria, aveva avuto le stanze nel convento de' Servi,
per dar principio a fare certe storie in fresco de' fatti di Cesare nella
camera del canto del palazzo de' Medici, dove Giovanni da Udine
avea di stucchi e pitture fatta la volta, quando Cristofano, avendo
conosciuto Giorgio Vasari nel Borgo l'anno 1528 quando andò a
vedere colà il Rosso dove l'avea molto carezzato, si risolvé di volere
ripararsi con esso lui, e con sì fatta comodità attendere all'arte molto
più che non aveva fatto per lo passato. Giorgio dunque, avendo
praticato con lui un anno che li stette seco e trovatolo suggetto da
farsi valent'uomo e che era di dolce e piacevole conversazione e
secondo il suo gusto, gli pose grandissimo amore. Onde avendo a ire
non molto dopo, di commessione del duca Alessandro, a Città di
Castello in compagnia d'Antonio da San Gallo e di Pier Francesco da
Viterbo, i quali erano stati a Fiorenza per fare il castello, o vero
cittadella, e tornandosene facevano la via di Città di Castello, per
riparare le mura del detto giardino del Vitelli, che minacciavano
rovina, menò seco Cristofano; acciò, disegnato che esso Vasari
avesse e spartito gl'ordini de' fregi, che s'avevano a fare in alcune
stanze e similmente le storie e partimenti d'una stufa et altri schizzi
per le facciate delle loggie, egli e Battista sopra detto il tutto