Page 1383 - Giorgio Vasari
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avendo compassione a quel povero uomo, accostatosi con un carbone
alla tavola contornò de' primi segni, schizzati solamente, una fila di
figure ignude maravigliose, le quali in diversi gesti scortando,
variamente cascavano chi in dietro e chi innanzi, con alcuni morti e
feriti fatti con quel giudizio et eccellenza che fu propria di
Michelagnolo. E ciò fatto si partì ringraziato da Giuliano, il quale non
molto dopo menò il Tribolo suo amicissimo a vedere quello che il
Buonarruoto aveva fatto, raccontandogli il tutto. E perché come si è
detto aveva fatto il Buonarruoto le sue figure solamente contornate,
non poteva il Bugiardino metterle in opera, per non vi essere né
ombre, né altro; quando si risolvé il Tribolo ad aiutarlo, per che, fatti
alcuni modelli in bozze di terra, i quali condusse eccellentemente,
dando loro quella fierezza e maniera che aveva dato Michelagnolo al
disegno, con la gradina - che è un ferro intaccato - le gradinò acciò
fussero crudette et avessino più forza, e così fatte le diede a Giuliano.
Ma perché quella maniera non piaceva alla pulitezza e fantasia del
Bugiardino, partito che fu il Tribolo, egli con un pennello, intignendolo
di mano in mano nell'acqua, le lisciò tanto che, levatone via le
gradine, le pulì tutte, di maniera che, dove i lumi avevano a servire
per ritratto e fare l'ombre più crude, si venne a levare via quel buono
che faceva l'opera perfetta. Il che avendo poi inteso il Tribolo dallo
stesso Giuliano, si rise della dapoca semplicità di quell'uomo, il quale
finalmente diede finita l'opera in modo che non si conosce che
Michelagnolo la guardasse mai.
In ultimo Giuliano, essendo vecchio e povero e facendo pochissimi
lavori, si messe a una strana et incredibile fatica per fare una Pietà in
un tabernacolo che aveva a ire in Ispagna, di figure non molto grandi,
e la condusse con tanta diligenza, che pare cosa strana a vedere che
un vecchio di quell'età avesse tanta pazienza in fare una sì fatta
opera, per l'amore che all'arte portava. Ne' portelli del detto
tabernacolo, per mostrare le tenebre che furono nella morte del
Salvatore, fece una Notte in campo nero ritratta da quella che è nella
sagrestia di San Lorenzo, di mano di Michelagnolo. Ma perché non ha
quella statua altro segno che un barbagianni, Giuliano, scherzando
intorno alla sua pittura della Notte con l'invenzione de' suoi concetti,