Page 1378 - Giorgio Vasari
P. 1378

servire per la sua virtù, faceva nondimeno i servizii con tanta mala
               grazia,  che  niuno  era  che  grado  di  ciò  gli  sapesse.  Ancora  il  dire
               sempre male e biasimare le cose d'altri era cagione che nessuno lo
               poteva patire, e dove altri gli poteva rendere il cambio, gli era reso
               addoppio, e ne' magistrati senza rispetto a' cittadini diceva villania, e

               da loro ne ricevé parimente. Piativa e litigava d'ogni cosa volentieri e
               continovamente  visse  in  piati,  e  di  ciò  pareva  che  trionfasse.  Ma
               perché  il  suo  disegnare,  al  che  si  vede  che  egli  più  che  ad  altro

               attese, fu tale e di tanta bontà, che supera ogni suo difetto di natura
               e  lo  fa  conoscere  per  uomo  raro  di  questa  arte,  noi  perciò  non
               solamente lo annoveriamo tra i maggiori, ma sempre abbiamo avuto
               rispetto all'opere sue e cerco abbiamo non di guastarle, ma di finirle
               e di fare loro onore: imperò che ci pare che Baccio veramente sia di

               quelli  uno  che  onorata  lode  meritono  e  fama  eterna.  Abbiamo
               riservato nell'ultimo di far menzione del suo cognome, perciò che egli
               non  fu  sempre  uno,  ma  variò:  ora  de'  Brandini,  ora  de'  Bandinelli

               facendosi  lui  chiamare;  prima  il  cognome  de'  Brandini  si  vede
               intagliato nelle stampe dopo il nome di Baccio; di poi più gli piacque
               questo de' Bandinelli, il quale insino al fine ha tenuto e tiene, dicendo
               che i suoi maggiori furono de' Bandinelli di Siena i quali già vennono
               a Gaiuole e da Gaiuole a Firenze.



               IL FINE DELLA VITA DI BACCIO BANDINELLI, SCULTORE FIORENTINO
   1373   1374   1375   1376   1377   1378   1379   1380   1381   1382   1383